Aprire la porta

Dopo avere trascorso questi tre giorni in ritiro per disegnare il futuro di Sketchin e avere passato un intero fine settimana a pensarci sopra riorganizzando le idee mi sono convinto di molte cose.

Persone di talento che scelgono di lavorare insieme a te lo fanno perchè condividono la visione che tu hai del lavoro. Questa visione del lavoro ha due distinte facce. La prima è la visione del lavoro che svolgi in termini tecnici. Per quanto ci riguardo potremmo chiamarla visione creativa. La seconda è che condividono la stessa visione sulla vita all’interno dell’azienda.

Per questa ragione è necessario fare in modo che all’interno delle mura dell’ufficio ma, sopratutto, fuori sia sempre aperto un microfono che ascolti quello che accade e che sia pronto a segnalare sintomi di sofferenza o malumore.

In questi tre giorni ho scoperto che ci sono una infinità di aree che sono pronte per essere migliorate e noi siamo pronti a farlo con il contributo di tutti.

In genere questi processi di trasformazione avvengono in “camera caritatis”.

Quello che mi sto domandando è se non abbia senso aprire questo processo di lavoro all’esterno, renderlo trasparente e disponibile ad essere integrato da contributi di altre persone e organizzazioni.

Confesso che il termine azienda comincia a starmi molto stretto anche se non sono ancora in grado di trovare un termine equivalente in grado di rappresentare quello che ho in mente in questo momento.

Sto cominciando a lavorare ad una ipotesi di apertura dei lavori verso l’esterno. Vediamo nei prossimi giorni cosa riusciamo a fare.