Beatmaking

Sono sotto l’effetto di una nuova passione musicale che si affianca alla più tradizionale attività sulla chitarra elettrica.

Il beatmaking è quello che mi sta occupando parte della notte in queste ultime settimane. Se non sapete di cosa si tratta e vi piace la musica vi consiglio di non avvicinarvi. E’ materia pericolosa e aspramente dibattuta.

Abbiamo due frange diametramelmente opposte. Ci sono coloro che dicono che si tratta di creazione di musica come se si trattasse di uno strumento vero e proprio e quelli che la considerano una forma minore di produzione musicale.

Io personalmente dopo mesi di studio e letture sull’argomento tenderei a schierarmi con la prima compagine. Fare beatmaking come si deve è decisamente molto complesso. Tanto complesso quanto potrebbe essere raggiungere al completa padronanza di uno strumento fisico.

Nel frattempo sono rimasto stupito dai passi avanti che la tecnologia musicale ha fatto in questo campo. Pochi affezionati ricorderanno l’AKAI MPC 3000 che venne lanciato sul mercato. Era il 1994 ed io avevo sinceramente considerato di non mangiare per sei mesi per potermene permettere uno.

Oggi tutto quello che potevi fare sull’MPC 3000 lo puoi fare sul tuo iPhone.

Ho avuto modo di provare l’Ableton Push. Se andate sul sito di Ableton e guardate la pagina relativa all’Ableton Push 2 (qui) è molto interessante se rileggiamo quanto ho scritto sopra.

Push is an instrument that puts everything you need to make music in one place

Ableton considera il Push 2 come un vero e proprio strumento musicale ed io sono dello stesso avviso. Certo non è uno strumento tradizionale ma quello che ci puoi fare offre enormi possibilità per un musicista o sedicente tale come il sottoscritto.

Per chi avesse dei dubbi sulla qualità delle cose che si possono creare con questo genere di tecnologie provate a cercare su YouTube qualcosa suonato dai Jazz Liberatorz, come ad esempio Slow Down e poi ditemi.

Oltre a questo va detto che è naturalmente possibile affiancare la musica più tradizionale a questo approccio più tecnologico. Ieri sera ho costruito una base di batteria con nuances hip hop e una linea di basso per poi suonarci sopra con la chitarra registrando il risultato.

Non c’è dubbio. Questa è musica vera e veramente molto difficile da produrre.

Prometto che non ammorberò nessuno con i miei tentativi.