Consapevolezza

Sono oramai prossimo al compimento del mio cinquantesimo anno di età.

No, non sto per comprarmi una moto, una macchina decappottàbile o una serie di vestiti che mi trasformino in un hipster.

Piuttosto mi sto rendendo conto con sempre maggiore chiarezza di una infinità di cose che per la velocità avevo sempre trascurato.

Il valore della lentezza in primo luogo. Lentezza non frutto di inerzia, ma composta dalla consapevolezza del valore del tempo. Il piacere di dedicare alle cose il tempo che si meritano.

La consapevolezza di voler scegliere dove e come spendere il mio tempo. Al di là della semplice regola che mi fa scansare tutte le rotture di balle, la scelta tra due cose che possono egualmente darti piacere. E, sopratutto, la capacità di non avere rimpianti a valle della scelta. La memoria che diventa più sottile aiuta molto.

Avere capito che le persone in grado di insegnarti qualcosa sono molte, molte di più di quelle a cui io sono in grado di insegnare qualcosa. Conseguenza di questo è la decisione di spendere molto più tempo ad ascoltare che a parlare. Prestare attenzione è il regalo più grande che mi sia possibile fare in questo momento.

Fare i conti con delle mancanze e delle assenze che ormai non è più possibile colmare, forse.

Il fatto che ho un continuo bisogno di conoscere cose che non appartengono alla mia sfera personale o professionale, ovvero la volontà di colmare la mia curiosità di cose sempre diverse e sempre più lontane.

La precisa scelta di non perdonare mai alcune persone. Poche, molto poche, in verità, ma che, davvero, non desidero proprio riportare nel novero delle persone che rispetto.

Il piacere del silenzio e della solitudine in dosi non tossiche.

Riconoscere il fatto che ho sviluppato una naturale intolleranza alle stronzate e che impiego veramente molto poco tempo a renderlo manifesto al mio interlocutore.

Avere imparato, finalmente, a dire subito di no. Senza ripensamenti.

Insomma, sto invecchiando male. Sopratutto per gli altri.