Apple Airtag… quasi bene

Nella giornata di ieri Apple ha annunciato la disponibilità degli Apple AirTag. Sostanzialmente un piccolo oggetto con della intelligenza che è in grado di comunicare la sua posizione al proprietario.

Possono quindi mettere un AirTag nel mio zaino o nel mio portafoglio e avere la possibilità di ritrovare questi oggetti utilizzando la funzionalità Find My.

Ad una prima occhiata sembra una figata anche perché la ricerca degli AirTag non funziona solo a corto raggio. Nel caso in cui il mio Airtag sia lontanissimo da me ma vicino ad una qualsiasi altro sistema Apple come ad esempio un iPhone od un personal computer Apple questi sarà comunque in grado di comunicare la sua posizione al legittimo proprietario.

Tutto molto bello, e tendenzialmente molto utile.

Ad una analisi più attenta il sistema non mi convince, e non mi convince per due ordini di motivi.

Il primo riguarda il fatto che Apple userà la mia connettività, che generalmente pago, per fare ritrovare ad altri che non conosco e di cui non potrebbe importarmi di meno i loro AirTag. Cara Apple, ma dopo tutte le migliaia di euro che ti ho dato negli anni mi vuoi dare qualcosa in cambio perché io ti permetta di arricchirti ulteriormente?

E tutto questo, ovviamente, avviene senza che mi venga chiesto nulla. Hanno deciso loro che nel loro ecosistema proprietario funzionerà così.

La seconda cosa che non mi convince affatto è il potenziale uso malevolo che si può fare degli AirTag. Date le loro dimensioni e la loro autonomia sono dei device da spia fatta e finita. Se volete seguire qualcuno è sufficiente che gli mettiate un AirTag nella borsa, nello zaino o nell’auto e potrete seguire questa persona in ogni suo movimento sino a che rimarrà in prossimità dell’AirTag.

Naturalmente Apple ha pensato a questo e ha dettagliato il comportamento degli AirTag in questo documento: What to do if you find an AirTag or get an alert that an AirTag is with you

Come si può leggere nel documento se per più di tre giorni l’AirTag rimarrà lontano dalla persona che lo possiede e lo ha configurato questo comincerà a suonare. L’idea è buona perché permette a chi ha perso un oggetto di poterlo ritrovare.

Pensiamo però all’utilizzo illecito.

Tre giorni sono un botto di tempo. Immaginiamo uno scenario di questo genere: sono una persona sposata che vive con il partner e nutro dei sospetti riguardo il fatto che il mio partner possa coltivare una relazione clandestina. Potrei mettere un AirTag nella borsa o nello zaino della persona e seguirlo in ogni suo movimento per tutta la giornata. La persona che sto controllando tornerà a casa ogni sera e quindi si troverà in prossimità del device del proprietario dell’AirTag annullando quindi ogni sera il timer di 72 ore impostata da Apple.

Alla data di oggi non si sa se questo timer potrà essere modificato dall’utente ma per il momento pare che questo non sia il caso.

A me questa cosa fa un pochino paura.


Shameless self promotion ahead…

Nel caso non ve ne foste accorti qui in giro c’è anche un podcast con il quale potrete intrattenervi.

Quello di seguito è l’ultimo episodio.

Qui, invece tutti gli episodi pubblicati sino ad ora: Parole Sparse – Il Podcast


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