Internet delle conchiglie

Il nostro mondo è oramai pieno di oggetti che sono connessi ad Internet. Lampadine, frigoriferi, termostati, sensori di varia natura e via dicendo.

Credo che se provassi a fare un elenco delle cose che sono dentro casa mia e che sono connesse ad internet arriverei nell’ordine del centinaio.

Il tema dei sensori è interessante perché data la loro natura possono collezionare informazioni sull’ambiente che ci circonda e migliorare la nostra vita.

Pensiamo ai sensori di fumo degli allarmi, ai sensori anti intrusione od ai sensori che misurano la qualità dell’aria.

Sono stato piuttosto sorpreso nello scoprire che misurare in tempo reale la qualità dell’acqua è ancora una cosa molto difficile da fare artificialmente. I sensori non sono ancora sufficientemente evoluti per elaborare in tempo reale questa informazione. O, per lo meno, lo sono ma solo in parte e non con un grande livello di precisione.

Ho capito che il migliore sensore per misurare la qualità dell’acqua ed il relativo livello di inquinamento sono le conchiglie, ed in particolare la specie chiamata, in Inglese, Sentinel.

La caratteristica fondamentale di questa specie è che quando si trova in acque con tracce di inquinamento apre le sue valve. Grazie a questa caratteristica si possono realizzare dei sensori che sono fatti con le conchiglie stesse.

Abbiamo quindi un sensore del tutto biologico. In realtà una sorta di cyborg.


Shameless self promotion ahead…

Nel caso non ve ne foste accorti qui in giro c’è anche un podcast con il quale potrete intrattenervi.

Quello di seguito è l’ultimo episodio.

Qui, invece tutti gli episodi pubblicati sino ad ora: Parole Sparse – Il Podcast


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