La sveglia

La mattina per me è sempre un momento difficile. Se è vero che le mie capacità di relazione si sono ridotte con il tempo, la mattina in particolar modo ho bisogno dei miei rituali prima di essere in grado di affrontare l’umanità nel suo complesso.

Da più di un anno a questa parte la mia sveglia è puntata alle cinque del mattino. Questo mi permette di ricavarmi degli spazi di valore all’interno di una giornata lavorativa e rende possibile una presa di contatto con il mondo esterno la più lenta possibile.

La mia sveglia non è solo un segnale acustico. Grazie agli automatismi di cui gode la mia abitazione in quel momento avviene tutta una serie di cose. Lo speaker Sonos della mia camera da letto comincia a riprodurre a volume molto basso la mia musica preferita e ogni due minuti il volume aumenta lentamente. Le lampade Philips Hue sui miei comodini cominciano ad illuminarsi simulando la luce dell’alba ed anche loro aumentano gradualmente la loro intensità. In parallelo la mia macchina del caffè macina i chicchi e comincia a preparare il mio primo caffè della giornata.

Detesto i risvegli bruschi. La mattina ci vuole dolcezza e lentezza per affrontare il mondo.

Quando ritengo di essere pronto mi alzo dal letto e mi dirigo verso il bagno per farmi una doccia. La temperatura dell’acqua deve essere prossima a quella della superficie del sole per essere efficace. Docciaschiuma, shampoo e balsamo sono il contorno della operazione.

Segue la cura dei capelli che devono assumere una forma presentabile e quando non la lascio crescere la cura della barba. Ora sono in fase di crescita della barba ma quando la devo tagliare c’è un rituale. Un balsamo pre barba per ammorbidire la pelle, la scelta della crema da barba in funzione dell’umore della giornata e la scelta del rasoio a mano libera da usare. Passo il rasoio sulla coramella e comincio a radermi con attenzione. Il rasoio a mano libera richiede concentrazione se non vuoi farti male. Questa concentrazione mi evita di pensare alle menate della giornata sin dalle prime ore del mattino. Risciaquo dei residui di crema da barba e lozione dopobarba.

Mi lavo i denti con cura e ritorno in camera per scegliere i vestiti e vestirmi.

Nel frattempo l’aroma del caffè preparato dalla macchina si è diffuso per casa ed io comincio a gustarmi il suo sapore che mi attende di sotto.

Scendo in cucina e preparo la tazza con il mio caffè. Zucchero di canna e sono pronto.

Esco in giardino a bere il caffè. Sempre, anche d’inverno. All’ora in cui mi sveglio è ancora buio ma da dietro le montagne si cominciano ad intravedere i primi raggi di sole e l’alba che sta arrivando.

Mi siedo al mio tavolino e ci metto sopra le gambe. E’ arrivato il momento. Il primo sorso di caffè. Questo particolare momento per me è il vero inizio della giornata. Tutto quello che avviene prima è propedeutico a questo istante. Il primo sorso di caffè è sempre quello più buono.

Appoggio la tazza sul tavolino e mi accendo una sigaretta. In giardino sono colpito dai profumi delle erbe aromatiche del mio orto. Il mio udito si fa cullare dal rumore delle onde del lago e la mia vista comincia ad apprezzare il sole che sorge all’orizzonte.

A parte il rumore del lago ci sono pochi altri rumori. Rimane solo il gran concerto di campane della chiesa di Laglio alle sette del mattino.

Finisco la mia sigaretta e bevo l’ultimo sorso di caffè.

Ora sono pronto per un’altra giornata.

Photo by Arash Asghari on Unsplash
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