L’FBI è preoccupata

Nello scorrere i contenuti della mia dieta informativa quotidiana qualche volta mi capita di incorrere in letture che mi fanno sorridere.

L’ultima occasione ieri. Mi capita sotto gli occhi un articolo intitolato: “FBI Horrified To Discover Ring Doorbells Can Tip Off Citizens To The Presence Of Federal Officers At Their Door“.

Leggo l’articolo con attenzione e scopro che l’FBI si preoccupa del fatto che i nuovi campanelli digitali possono permettere ai sospetti di vedere chi è alla porta e quindi, potenzialmente, mettere a rischio gli agenti che stanno compiendo una operazione di polizia.

A me viene immediatamente da ridere. Tanto.

In realtà l’articolo è piuttosto sensazionalistico nel senso che prende le mosse da un report dell’FBI intitolato: “(U//FOUO) Internet of Things Devices Likely Present Both Opportunities and Potential Challenges for Law Enforcement Investigators.

In effetti questo articolo, tra le altre cose, riporta il tema dell’articolo originale.

La prima cosa che mi viene in mente è: “Davvero?”.

E’ stato davvero speso del tempo da parte dell’FBI per mettere insieme un documento di nove pagine che contiene informazioni del tutto banali e che sarebbe potuto essere frutto della ricerca di uno studente universitario con un decente accesso a Internet.

Ok, queste sono informazioni pubbliche ed è probabile che a valle di quello che viene reso pubblico sia presente un lavoro decisamente più corposo e, probabilmente, più preoccupante per la privacy dei cittadini ma rimane comunque peculiare della cultura americana questo approccio.

Essere sorpresi dal banale. Spendere tempo e risorse per produrre qualcosa di banale.

Photo by Lianhao Qu on Unsplash
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