Virus

Scorro il mio flusso di notizie in una serata che volge al termine dopo l’ennesima giornata colma di cose da fare, di incertezze e di emergenze da dovere gestire.

Leggo le ultime notizie sulla pandemia e rifletto su quello che sta accadendo. Numeri che stanno salendo verso le stelle, uno stillicidio di provvedimenti ed una grande quantità di chiacchiere su qualsiasi tema circondi questo evento.

Abbiamo un virus che circola per strada.

Credo che la maggior parte di noi stia cercando in ogni modo di evitare di essere contagiato. Mi auguro che sia così. Per me è così. Chi mi conosce sa molto bene che io sono sempre molto diretto e sincero e quindi posso dire che io sto cercando di evitare di essere contagiato perché ho paura di lasciarci le penne. Il tasso di mortalità per chi ha la mia età non è del tutto trascurabile e la statistica è una brutta bestia se la conosci.

Istinto di sopravvivenza quindi.

Vado oltre. Sopravvivere al virus è quindi il primo istinto.

Quello che mi colpisce durante la mia riflessione è che questo virus è molto più perfido. Nel caso tu fossi contagiato e sopravvivessi, porteresti con te complicazioni a lungo termine come ricordo del passaggio del virus nel tuo organismo.

Quindi se non riesci a fregarmi nel breve periodo è molto probabile che nel lungo periodo comunque tu, caro virus, riuscirai ad avere un impatto sul mio stato di salute.

Figata.

E poi scopriamo che questo virus non sta attaccando solo gli essere umani ma il nostro stesso tessuto sociale, la nostra economia e la nostra scuola.

E’ notizia di ieri che dalla prossima settimana le scuole superiori saranno accessibili solo tramite la didattica a distanza. Perdonate, ora si deve dire DAD perché noi dagli americani riusciamo solo ad importare le stronzate come questa insana passione per gli acronimi.

Didattica a distanza. Ci rifletto e l’unica spiegazione che riesco a darmi è che si tratta di un modo per allegerire la pressione sul sistema del trasporto pubblico e per ovviare alla difficoltà di mantenere distanziamento sociale all’interno delle strutture. Verrebbe da chiedersi perché le scuole superiori e non tutte le scuole. Secondo me perché per elementari e medie c’è meno uso di mezzi pubblici.

Mi turba il fatto che la decisione sia presa per tutte le classi. Mio figlio ha iniziato il liceo quest’anno e sino ad ora ci è andato fisicamente tre settimane. Non gli viene concessa la capacità di vivere questa esperienza che, nel bene e nel male, lo farà crescere. Certo, farà lezione ma tutto il resto? La costruzione delle relazioni sociali, i baci di nascosto nell’androne della scuola, la sigaretta inbagno, il cazzeggio sulle panchine del parco, i compiti con gli amici. Stiamo distruggendo una generazione.

Perchè sono sempre e solo provvedimenti binari? Tutto chiuso o tutto aperto. Perché non dire: didattica a distanza per le scuole superiori ma solo dalle seconde classi in avanti.

Un virus che potenzialmente uccide il futuro di una generazione.

Un virus che spinge a promuovere un coprifuoco. Beh, lo sapete, a me le parole fanno pensare e come ho già scritto in passato molte volte vanno usate con attenzione. Scrivere coprifuoco è una cazzata di dimensioni colossali. Si poteva usare qualsiasi altro termine meno evocativo per comunicare la stessa cosa. Ma, si sa, dobbiamo dare una etichetta a qualsiasi cosa. E quindi tutti in casa dalle 23 alle 5 del mattino.

Un virus che uccide l’economia.

Realizzo che io sono sottoposto al coprifuoco da secoli, ma questa è un’altra storia. Triste.

Credo che ormai abbiate capito quello che voglio dire. Forse voi ci eravate arrivati prima di me ma, meglio tardi che mai.

E’ un virus che pur essendo di natura prettamente biologica ha trovato il modo di uccidere, o compromettere seriamente, non solo l’organismo che lo ospita ma anche tutto il contesto in cui anche quegli organismi che non sono contagiati vivono.

Un arma perfetta, direi.

Dai, torno a dormire che sono le cinque del mattino e domani è un’altra giornata frizzantina.

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