Negli ultimi anni sono diventato un grande cultore del genere letterario comunemente denominato Romanzo Giallo.
Negli ultimi anni ho letto centinaia di romanzi gialli, di ogni tipo e varietà. Tendo a prediligere gli scrittori Italiani dato che trovo che gli stranieri hanno un gusto particolare per il truculento sanguineggiante.
La struttura di un romanzo giallo è sufficientemente codificata e, pensandoci, deve essere proprio questo il motivo per cui questo genere mi piace particolarmente. Qualsiasi ispettore, vicequestore, pubblico ministero, investigatore privato ha sempre al suo fianco una musa ispiratrice che rappresenta la persona da cui ci si rifugiano per rifuggire il male che li circonda, che gli è fonte di ispirazione nella soluzione dei loro casi e, non ultimo, che è il grande e unico amore della loro vita.
Gli autori spendono pagine e pagine per caratterizzare questo personaggio che non è affatto secondario all’interno del libro e io confesso che spesso mi ci affeziono. Mi ritrovo spesso ad augurarmi che il personaggio principale torni a casa per recuperare un pochino di fiato e ottimismo nei confronti della vita.
Ultimamente noto una tendenza che conduce gli scrittori a fare in modo che questo personaggio venga più o meno barbaramente ucciso.
Ora, io posso capire che l’autore ha il completo potere nei riguardi della sua trama e che ovviamente fare morire in maniera crudele un personaggio tanto importante, spesso nel primo romanzo di una serie, permette di posizionare il personaggio principale in un abisso tenebroso per il resto della sua vita di carta. Io lo accetto.
Comunque mi preme farvi sapere che io ci rimango un pò male.