Con l’occasione di questa ennesima vacanza a Giannutri e con l’età oramai abbastanza matura dei ragazzi ho deciso che quest’anno si poteva provare nuovamente ad andare a pesca.
Stiano tranquilli i vegani, i vegetariani, gli animalisti e qualsiasi altra categoria “in between”. Io sono un pescatore innocuo. Non ho mai davvero pescato nulla, nemmeno per errore. La cosa più vicina per me al pescato è il la pescheria del supermercato. In genere faccio pochi danni anche lì.
A me della pesca piace il fatto che te ne stai per ore ad osservare un galleggiante o la cima di una canna da pesca mentre pensi bellamente agli affari tuoi. Confesso che alcune idee brillanti mi sono venute proprio in questi momenti.
Ho quindi disegnato un parallelo tra quello che era e quella che poteva essere l’esperienza della pesca a Giannutri con Lorenzo e Beatrice.
Diciamo che non è andata esattamente come mi aspettavo.
Mi vedevo sugli scogli a scrutare l’orizzonte mentre ondate di pesci si facevano beffe di me e delle mie esche sotto il pelo dell’acqua. In questo totale assenza di attività io mi sarei crogiolato nei miei pensieri tornando a casa con la tipica soddisfazione di una giornata rilassante.
Diciamo che la presenta di Lorenzo e Beatrice ha leggermente modificato il risultato finale.
“Papà mi si è incagliato l’amo”
“Papà ho bisogno di una nuova esca”
“Papà il mulinello non funziona”
“Papà voglio provare ad usare un galleggiante diverso”
“Papà mi si è rotto il filo”
E questo è solo un distillato di quello che è avvenuto in due ore mezza di pesca dagli scogli.
Si aggiunga a questo il fatto che per evitare danni collaterali li avevo distanziati tra loro di una buona ventina di metri.
Ho quindi fatto il Martin Pescatore per tutto il tempo saltando da una postazione all’altra nel tentativo di aiutarli. In due momenti confesso di avere ceduto ad un pochino di nervosismo che ho cercato di nascondere il più velocemente possibile.
Alla fine si sono divertiti molto ed io credo di avere perso almeno un chilogrammo. Posso anche confermare che non abbiamo arpionato nessuno turista, tutte le natiche sono prive di ami confiscati e tutti gli occhi sono tornati a casa sani e salvi. Sani e salvi sono anche tutti i pesci di Cala Spalmatoio che ogni volta che ci vedranno tireranno un sospiro di sollievo.
Io ora ho bisogno di almeno cinque ore di sonno per potere recuperare.
Aspettate, sento Lorenzo che mi cerca… “Papà torniamo a pesca nel pomeriggio?” “Certo, Lorenzo, ci torniamo. Magari questa volta andiamo al molo”
Una fatica immane ma un divertimento totale.