Il grillo

Quest’oggi sono salito in metropolitana intorno alle 13.00 per andare a salutare gli amici del CreativityDay che stanno tenendo la tappa milanese della loro fighissima conferenza.

La metropolitana a quell’ora non è molto frequentata ed ho trovato agevolmente posto a sedere in una fila di 4 posti. Io mi sono seduto all’estremo sinistro, in mezzo c’erano due ragazze sulla ventina, e sul lato opposo sedeva un bimbo piccino, direi di sei o sette anni, con la sua mamma davanti.

La mamma stava giocando con il suo bambino tenendo qualcosa nel palmo della sua mano. Sia lei che il bambino accarezzavano questa cosa molto delicatamente e giocavano passandoselo da una mano all’altra.

Mentre la metropolitana si stava muovendo le due ragazze si sono alzate di scatto con un grido che ha attirato la mia attenzione. In genere sono piuttosto vigile quando mi muovo sui mezzi pubblici e non sono riuscito a capire che cosa potesse avere causato una reazione così scomposta.

Le due ragazze si sono allontanate di qualche metro liberandomi così la visuale verso la mamma ed il bimbo.

La mamma sorridendo alle due ragazze ha chiesto: “Ma avete paura del grillo?”. Le due ragazze hanno annuito con una espressione schifata.

Ecco scoperto che cosa stavano accarezzando. Un grillo. Un grillo decisamente grosso.

La mamma si è quindi rivolta a me e mi ha chiesto se avevo paura del grillo. Le ho risposto che mi fanno paura molte cose ma che il grillo non è una di queste.

Il piccolo si è quindi avvicinato a me per farmelo vedere e mi ha detto che se volevo potevo accarezzarlo e tenerlo in mano. Mi ha anche avvisato che non avrei potuto tenerlo con me quando loro fossero arrivati a destinazione perchè il grillo è un suo amico e non se ne poteva separare.

Per qualche minuto ci siamo passati questo docile grillo da una mano all’altra mentre discutevamo del bellissimo colore della sua pelle (ma i grilli hanno la pelle? Non importa. Per il bambino i grilli hanno la pelle!) e di come fosse in grado di compiere salti prodigiosi una volta deposto a terra.

Un breve momento fuori dal tempo e distante anni luce da quel mondo che avevo lasciato in superficie.

Ecco, io da San Babila a Cadorna mi sono divertito un sacco!