Mi ci ero messo di buzzo buono. Aspettavo che venisse rilasciato il nuovo Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri per comprendere come ci si sarebbe dovuti comportare durante questo periodo di feste di Natale.
Sì, perché io, in questi ultimi nove mesi, ho vissuto praticamente come un frate recluso nel proprio monastero e volevo capire a quali ulteriori regole avrei dovuto attenermi per evitare di contagiare e venire contagiato.
Per questa ragione avevo deciso di andare alla fonte, ovvero alla Gazzetta Ufficiale. Il testo del DCPM lo si può leggere, nella sua forma integrale, seguendo questo link.
Vi confesso che al quarto “Visto” mi è cominciato a ribollire il sangue.
Situazione che è ulteriormente peggiorata leggendo l’articolo 1 che vi riporto di seguito:
1. Fermo restando quanto previsto dall'articolo 1, comma 2, del decreto-legge 2 dicembre 2020, n. 158, nei giorni festivi e prefestivi compresi tra il 24 dicembre 2020 e il 6 gennaio 2021 sull'intero territorio nazionale si applicano le misure di cui all'articolo 3 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 3 dicembre 2020; nei giorni 28, 29, 30 dicembre 2020 e 4 gennaio 2021 si applicano le misure di cui all'articolo 2 del medesimo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 3 dicembre 2020, ma sono altresi' consentiti gli spostamenti dai comuni con popolazione non superiore a 5.000 abitanti e per una distanza non superiore a 30 chilometri dai relativi confini, con esclusione in ogni caso degli spostamenti verso i capoluoghi di provincia. Durante i giorni compresi tra il 24 dicembre 2020 e il 6 gennaio 2021 e' altresi' consentito lo spostamento verso una sola abitazione privata, ubicata nella medesima regione, una sola volta al giorno, in un arco temporale compreso fra le ore 05,00 e le ore 22,00, e nei limiti di due persone, ulteriori rispetto a quelle ivi gia' conviventi, oltre ai minori di anni 14 sui quali tali persone esercitino la potesta' genitoriale e alle persone disabili o non autosufficienti conviventi.
Io mi ritengo una persona tutto sommato preparata ed in grado di comprendere argomenti complessi ma vi confesso che ho dovuto leggerlo almeno quattro volte per comprenderlo.
Ma davvero?
Ancora una volta mi ritorna in mente quello che diceva Italo Calvino su quella che lui chiamava antilingua: l’antilingua ha lo scopo di tenere a distanza invece di avvicinare, confondere invece di chiarire, per questo sostituisce la parole di uso quotidiano con perifrasi e termini arcaici e organizza le frasi in sistemi contorti. Nella antilingua la sistematica manomissione della sintassi si accompagna a quella del lessico.
Ma come può un cittadino normale comprendere quello che è scritto là sopra? Vi riporto un dato, che tra l’altro userò nell’episodio di domani del podcast di Corrente Debole: in Italia il 28% della popolazione tra i 16 ed i 25 anni è un’analfabeta funzionale.
Questo significa che almeno il 28% delle persone non saranno in grado di comprendere quel testo.
Oltre a questo provate a scomporre quel testo nei suoi elementi essenziali e vi renderete conto di quanto veramente poco sia proibito e di quante pieghe permetteranno alle persone di fare, sostanzialmente, quello che vogliono.
Mala tempora currunt.
Shameless self promotion ahead…
Nel caso non ve ne foste accorti qui in giro c’è anche un podcast con il quale potrete intrattenervi.
Quello di seguito è l’ultimo episodio.
Qui, invece tutti gli episodi pubblicati sino ad ora: Parole Sparse – Il Podcast