Dopo qualche anno durante il quale ho frequentato l’isola di Giannutri non posso certo affermare di conoscere tutti i residenti dell’isola.
Ho comunque elaborato un metodo infallibile per distinguere i turisti dagli indigeni.
I turisti li riconosci dal fatto che sono perennemente di corsa e costantemente a caccia. A caccia del migliore spicchio di scoglio, del minuto in più da trascorrere sull’isola, dell’ultimo tramezzino offerto dall’unico esercizio presente sull’isola. E’ come se dovessero fare il pieno di cose ed emozioni durante quelle poche ore che gli vengono concesse sull’isola.
Gli indigeni sono invece caratterizzati dalla lentezza. Sanno che comunque dopo poche ore l’isola tornerà loro e potranno fare tutto quello che desiderano senza l’affanno di dovere risalire su un traghetto che li riporta sulla terraferma.
Esiste comunque un momento nel quale anche il comportamento indigeno si approssima a quello del turista. Quel momento in cui anche l’indigeno deve abbandonare l’isola perché le vacanze sono finite. In quel momento egli si trasforma in una scheggia impazzita che lo avvicina del tutto al comportamento del turista.
Gli unici che rimangono imperturbabili sono gli undici residenti fissi dell’isola. Loro sanno che da Settembre in avanti saranno gli unici padroni delle chiavi del paradiso.