Il manuale dell’ingegnere

Quando ero un nano settenne uno dei miei passatempi preferiti era quello di raggiungere lo studio di mio padre e mettere le mani sulla sua copia del Manuale dell’Ingegnere.

Ho un ricordo molto preciso di quel volume edito da Hoepli.

Era pesante per le mie mani di bambino, una copertina marrone in similpelle e una sovracoprtina rigida. Era molto grande, aveva una quantita’ infinita di pagine di una carta meravigliosamente leggera che faceva un rumore sottile quando giravi le pagine.

Vedevo scorrere pagine intere di formule, simboli e grafici e avevo la convinzione che attraverso la loro conoscenza avrei potuto costruire qualsiasi cosa immaginavo.

Lo ho cercato nuovamente online nella sua versione corrente e confesso che ha perso tutto il suo fascino. Forse sono io che sono cresciuto e certamente i materiali sono cambiati ma, maneggiandolo in libreria, mi ha dato tutt’altre sensazioni.

Per fortuna una delle copie che erano nello studio di mio padre si e’ salvata e ora fa bella mostra di sé sulla scrivania del mio ufficio. Insieme a lei c’è un pochino di papà.

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