Dopo mille peripezie sono finalmente riuscito ad incontrare il perito per la riconsegna della mia macchina giunta, bontà sua, a fine leasing.
Quando mi capitano queste occasioni non posso mai fare a meno di osservare il modo di lavorare di coloro con i quali ho a che fare. È una sorta di deformazione professionale che mi spinge a valutare il lavoro che le persone fanno nell’ottica del Service ed Experience Design.
Diciamo innanzitutto che il perito si è rivelato essere persona gentilissima e molto cortese nei modi nonostante si trovi a dovere svolgere un compito spiacevole. Deve valutare i danni alla vettura e mettermi le mani nel portafogli.
Si è presentato con la sua borsa con un personal computer e per un brevissimo istante ho immaginato che usasse il personal computer per eseguire la perizia. È stato un istante che è durato un battito d’ali. Dopo pochi secondi ha estratto un modulo di carta ed ha usato quello durante tutta la analisi della vettura. In parallelo ha scattato qualche milione di fotografie che neanche la nuova macchina di Formula 1 della Ferrari.
Ovviamente ha dovuto saltare dalla carta alla macchina ad ogni piè sospinto e gli ho visto compiere dei gesti acrobatici degni del Cirque du Soleil.
Una volta terminata l’ispezione mi ha invitato a seguirlo all’interno del concessionario. Ha tirato fuori il suo personal computer e ha cominciato a ricopiare la scheda cartacea sul suo sitema online. Diciamo che ha speso una ventina di minuti buoni per compiere questa operazione.
Alla fine l’oracolo applicazione sul personal computer ha prodotto un numero che rappresenta l’importo che devo pagare per i danni che lui ha rilevato.
In questo caso mi verrebbe da dire che, tecnicamente, il perito è l’applicazione e lui, al massimo, si è comportato come un rilevatore.
Al termine del processo ho firmato il foglio di carta redatto in sei copie…
Diciamo che anche in questo caso molto si potrebbe fare…