La bambola

C’è un bellissimo giocattolo che si chiama “My friend Cayla”. E’ una bambola in grado di ascoltare quello che i bambini dicono e, per mezzo di una applicazione sullo Smartphone, rispondere alle domande, leggere storie ed interagire.

La bambola chiacchiera con lo Smartphone attraverso una connessione Bluetooth.

Se andate sul loro sito (myfriendcayla.co.uk) c’è una sezione che si chiama Terms and Conditions. 

Per un oggetto come questo mi aspetto che mi venga raccontato qualcosa riguardo il trattamento dei dati che la bambola raccoglie. Nulla di tutto questo.

Tutto ciò che viene detto è questo:

  • Cayla and Chloe will search on the internet for the answers to many questions. We cannot take responsibility for the accuracy of this 3rd party infomatio.
  • Users of the iOS app can ask up to 3,000 questions which require an internet connection– approximately 50 continuous hours back-to-back! An add-on can be purchased for a small fee. There’s no limit to how much Cayla can talk about herself, play games, and so on. Android users have unlimited use.

Non è dato quindi sapere che cosa viene fatto di questi dati. Vengono distrutti una volta terminata l’interazione, vengono conservati? Chi ha accesso a queste informazioni? Per quali scopi?

Niente. Ho provato a scaricare l’applicazione per iPhone ma non è ancora disponibile sullo store Italiano.

Questo sarebbe già un problema sufficientemente grave per farmi desistere da un potenziale acquisto.

Oltre a questo pare che la connessione Bluetooth non sia protetta in alcun modo e quindi chiunque potrebbe collegarsi alla bambola per ascoltare quello che avviene nell’ambiente circostante.

Questo renderebbe la bambola una spia.

Non ci siamo davvero.

Concediamo il beneficio dell’inventario a chi la produce e crediamo che non ci siano secondi fini nella raccolta dei dati. Rimane comunque il problema che hai progettato un oggetto che maneggia informazioni sensibili, è male protetto ed è mascherato da oggetto innocente.

Il sistema perfetto.