Da quando ho iniziato a scrivere sulle pagine virtuali di Corrente Debole si è manifestata una dinamica interessanti. Nei primi tempi c’è stato un incremento molto forte delle visite al sito e delle letture sulle altre piattaforme.
Essendo passato qualche tempo dall’inizio devo dire che il fenomeno si è decisamente compresso e non ci sono variazioni molto significative nel numero dei lettori.
Se guardassimo a questa cosa dal puro punto di vista di una iniziativa di business andrebbe certamente classificata nella sezione fallimenti. In realtà, come ho scritto spesso, non me può fregar di meno.
Corrente Debole nasce come progetto personale senza nessun tipo di aspirazione. Sono cose che penso che scrivo lì sopra. Punto. Ci scrivo quasi tutto, tranne le cose più scabrose per le quali immagino non sareste pronti voi e nemmeno io.
Quindi Corrente Debole non deve fare soldi, generare lead o scalare classifiche.
E’ l’espressione del mio pensiero e come tale vaga in direzioni spesso molto diverse.
Se fosse un luogo di nicchia e se parlassi sempre dello stesso argomento, ad esempio il design, potrei pensare ad una continua crescita dei lettori. Ammesso che non scriva castronerie, ovviamente.
E’ quindi consolidato un certo numero di lettori che si fanno un giro sul blog e leggono quello che scrivo. Diciamo che è la versione digitale di quando incontri un amico in un caffè e chiedi: “Cosa mi racconti?”
Questa dimensione mi piace e sino ad ora non è mai stato un grande problema trovare qualcosa di cui scrivere in quei cinque minuti che mi prendo per scrivere il posto quotidiano. E’ proprio come quando bevi il caffè con un amico. Mica pensi prima a quello che gli dirai. Ti ci trovi davanti e quando rispondi alla domanda pensi alla cosa più interessante da dire.
Questa è la ragione per cui gli argomenti sono i più vari e diversi. Tecnologia, design, storie, commenti personali, incazzature, piacevolezze, sogni e via discorrendo.
Alla fine continuo a trovare questo esercizio stimolante perché mi permette di fissare dei pensieri che altrimenti scorrerebbero via senza lasciare traccia.
E tutti una traccia la vogliamo lasciare, al di là del fatto che produca quattrini o meno.