4 Febbraio 1991 ore 9.00 ad Assago, Strada 1, Palazzo E1.
Ci arrivo con la mia Y10 con un larghissimo anticipo. Arrivavo dal mio piccolo paesello e non volevo rischiare di fare tardi al mio primo giorno di lavoro.
Giornata fredda e nebbiosa. Trovare parcheggio era stato un incubo e lo sarebbe stato per tutto il tempo a venire.
Allora ero un giovane virgulto pieno di belle speranze. Non ero a conoscenza della esistenza degli head hunter e per questa ragione mi ero affidato ai quotidiani. Mi ricordo che lessi questo annuncio su Il Corriere e mandai il mio scarnissimo curriculum vitae senza grandi aspettative.
Eppure quelle poche righe sul giornale parlavano esattamente di quello che sapevo fare e, sopratutto, di quello che volevo fare in quel momento.
Non esistevano i telefoni cellulari o, almeno, non erano così diffusi come oggi dato il loro costo esorbitante per l’epoca. Venni raggiunto sul telefono fisso di casa dei miei genitori. Mia madre mi disse che una azienda di Milano voleva parlarmi.
Era una delle assistenti del CTO, che allora si chiamava Direttore Tecnico, di Soft 85 srl, una software house strettamente legata a International Computer Limited S.p.A., multinazionale inglese che produceva, tra le altre cose, dei mainframe e dei sistemi UNIX di livello spaziale.
Proprio la mia conoscenza di UNIX mi portò ad essere assunto.
Mi guardo indietro e continuo a ritenere di essere stato molto fortunato. Era il secondo annuncio a cui rispondevo e dopo due mesi avevo tra le mani il mio primo contratto a tempo indeterminato.
Ricordo che ero felice come una pasqua.
Trent’anni fa esatti cominciò quindi la mia carriera e mai avrei potuto immaginare che mi avrebbe condotto dove sono oggi. E’ stato, ed è ancora, un viaggio incredibilmente eccitante.
Quella fortuna non credo mi abbia mai abbandonato, se non per qualche temporaneo rovescio subito risolto. Forse sempre grazie a quella fortuna.
Se dovessi fare un bilancio di questi trenta anni di carriera dovrei dire che ho incontrato sempre persone di altissimo livello e poche sono state quelle che non mi hanno lasciato nulla. Conto i coglioni totali sulle dita di una mano, con la grande consapevolezza che quelli che ho incontrato lo erano di livello assoluto. Ho una mia lista, la tengo stretta per aiutarmi ad identificare il fenotipo quando lo incontro.
Quasi tutte le persone che ho incontrato mi hanno insegnato tanto e senza risparmiarsi.
Vediamo. In ordine sparso a partire da quel 1991: Felice Ribaldone genio e sregolatezza, Gaetano Tufano persona gentile e di vasta conoscenza, Guido Umberto Torboli il primo CEO per cui ho lavorato, Sergio Scola con il quale ho la fortuna di lavorare anche oggi, Daniele Schinelli schietto, diretto e miglior animale politico che abbia mai incontrato, Roberto Meda, persona di valore assoluto, grandissimo amico, e con una enorme abilità di darmi la prospettiva giusta ogni volta che parto con le mie menate. Vincenzo Novari, un altro CEO che le sapeva tutte, Dina Ravera, COO tosto ma che mi ha insegnato molto, sopratutto sulle cose da non fare, Agostino Ruberto, “scienziato” romano che tecnicamente non lascia spazio a nessuno, Roberto Di Pietro il cui stile di management mi ha sempre affascinato. Marco Giannotti, grande stile e abilità politica sopraffina, Antonio Brunacci, intelligenza acuta ed affilata oltre che uomo di grandissima cultura. Luca Mascaro che è una delle persone più intelligenti, umili ed illuminate che io abbia mai conosciuto.
Mi perdonino tutti quelli che non ho citato direttamente ma siete veramente tanti.
Io mi auguro che in questi trenta anni sia stato in grado di lasciarvi qualcosa di utile. Spero di non essere uno di quelli che hanno solo preso e non hanno dato.
Ho fatto tutto quello che ho fatto in piena coscienza e solo in un paio di occasioni con voluta cattiveria.
Shameless self promotion ahead…
Nel caso non ve ne foste accorti qui in giro c’è anche un podcast con il quale potrete intrattenervi.
Quello di seguito è l’ultimo episodio.
Qui, invece tutti gli episodi pubblicati sino ad ora: Parole Sparse – Il Podcast