“On the internet, nobody knows you’re a dog” – The New Yorker – July 5th, 1993
Quanti di voi si ricordano di questa storica vignetta apparsa per la prima volta nel 1993 su The New Yorker? Sosteneva una grande verità. Ognuno poteva assumere qualsiasi identità desiderava senza che gli altri potessero accorgersene.
Con tutte le considerazioni riguardo la privacy e la profilazione che viviamo oggi questo è ora piuttosto difficile. I grandi player sanno sempre e comunque che non sei un cane, ma il resto degli utenti no.
Per questa ragione mi ha fatto molto sorridere la notizia di questo utente di twitter:
Si tratta di una ragazza Giapponese, anche piuttosto caruccia, che posta delle immagini di lei in compagnia, spesso, della sua moto. Inutile dire che la signorina ha un discreto seguito, circa 27.000 follower. Del resto la combinazione è fatale: donne, carine, e motociclette.
Peccato si sia scoperto che il vero autore è un uomo cinquantenne che usa una applicazione per modificare il suo aspetto nel momento in cui scatta la fotografia. L’uomo si è tradito con una immagine che ha rivelato la sua identità per via di uno specchio che ha riflesso la sua vera immagine.
Ricordate: “On the internet, nobody knows you’re a dog” – The New Yorker – July 5th, 1993
Shameless self promotion ahead…
Nel caso non ve ne foste accorti qui in giro c’è anche un podcast con il quale potrete intrattenervi.
Quello di seguito è l’ultimo episodio.
Qui, invece tutti gli episodi pubblicati sino ad ora: Parole Sparse – Il Podcast