Nei giorni scorsi stavo scorrendo la pagina di LinkedIn quando mi sono imbattuto in questa fotografia:
Ed ho subito compreso la ragione dell’emoticon con la faccia furente.
Ci si domanda se sia naturale avere tutta quella quantità di plastica intorno ad una strisciolina che presumo essere di carta.
Non essendo un chimico mi domando se un contenitore così grande sia una necessità per garantire l’efficacia del test o un semplice spreco.
Se ci trovassimo nella seconda ipotesi mi domando per quale motivo no sia fatta una sana attività di product design intorno a questo prodotto. Immagino che di questi test se ne siano consumati a milioni negli ultimi due anni e la quantità di plastica che abbiamo introdotto nel sistema è, molto probabilmente, enorme.
Non si sarebbe potuto immaginare un contenitore di cartone, magari ottenuto da carta riciclata?
Tra l’altro parliamo di un oggetto che deve avere una vita media di poco più di qualche minuto. Lo tolgo dalla confezione, eseguo il test, emetto un respiro di sollievo se sono negativo e sballo la testa contro il muro se sono positivo e poi butto tutto nella spazzatura sino al test successivo.
Avremmo risparmiato la plastica ed avremmo avuto tra le mani una ottima opportunità di comunicazione.
Ho la sensazione che questi test siano stati prodotti senza troppo pensiero.
La pressione derivante dalla pandemia che preme affinché siano immessi sul mercato in tempi rapidissimi e, probabilmente, la presenza nel proprio portafoglio di prodotti simili come ad esempio i test di gravidanza.
In fondo, come tante altre volte, si tratta di una occasione persa. Ogni volta che non ci sofferma a pensare quando si lavora ad un prodotto od un servizio e ci si basa solo ed esclusivamente sulla nostra esperienza passata questi sono i rischi che si possono correre.
Direi che si tratta di qualcosa sui cui dovremmo riflettere attentamente.