Credo che una delle attività che mi capita di svolgere con maggiore frequenza nel corso delle mie giornate lavorative sia quella di creare presentazioni.
Può trattarsi di presentazioni per conferenze alle quali devo parlare, ipotesi di progetto per nuovi clienti, presentazioni per un uso interno e tante altre forme.
Negli scorsi giorni mi è capitato di guardare cose su cui avevo lavorato anni fa e per pura curiosità ho messo in fila alcune slides separate tra loro da diversi mesi creando una sorta di timeline.
Mi sono reso conto che il mio stile è molto cambiato in questi ultimi anni. Le slides sono diventato assolutamente meno dense di contenuto, più semplici e con un solo messaggi chiave per ogni slide. Le immagini e le icone svolgono per me un ruolo di sempre maggiore rilevanza.
Diciamo che la tendo a semplificare le cose che devo dire in maniera assoluta cercando di andare al cuore del problema evitando qualsiasi tipo di supercazzola autocelebrativa o inutile nel contesto di cui sto parlando.
Ho più interesse a fare in modo che le persone ascoltino me mentre parlo piuttosto che siano distratte dalla lettura del contenuto delle mie presentazioni.
L’effetto collaterale è che la classica richiesta di lasciare il documento alla fine della presentazione lascia un pò il tempo che trova.
In questi giorni sto ragionando su alcune ipotesi di lavoro:
- Utilizzare in maniera più complessa le presenter notes in modo che possano rappresentare una sintesi del mio pensiero.
- Affiancare la presentazione ad un documento scritto che approfondisca il contenuto della presentazione.
- Registrare la presentazione e dare la possibilità di riascoltarla quando necessario.
Tutte e tre queste ipotesi hanno vantaggi e svantaggi. Probabilmente, come in tutte le cose, non esiste una soluzione che vada bene per tutti i casi.