A occhio e croce siamo a metà dell’esperimento. Sono sei mesi che giornalmente scrivo qualcosa su queste pagine.
In sei mesi ho saltato solo un giorno e vi confesso che per me è una costanza veramente fuori dal comune dato che il mio commitment tende a scemare esponenzialmente con il progredire del tempo.
L’esperimento funziona.
È spesso una occasione per prendermi una pausa dal quaotidiano e allontanarmi per qualche minuto da tutte le menate che mi circondano.
Ho la sensazione che la mia scrittura ne abbia tratto dei benefici, seppur non troppo evidenti.
La verità è che non c’è una qualità costante nei miei scritti e spesso, molto spesso, sono piuttosto correlati al mio umore o alla quantità di stanchezza accumulata durante il giorno.
Facendoci sopra un pochino di analisi semantica ci sarebbe probabilmente l’opportunità di avere qualche insight interessante legato alla sfera emotiva, sopratutto se l’osservazione venisse correlata al mio calendario, al contachilometri della mia macchina, alla mia casella di posta elettronica e al numero di slides prodotte.
Ora si tratta di vedere se riuscirò a resistere per i prossimi sei mesi come da impegno preso o se mi stuferò prima.