Chiunque, come me, si trovi ad avere a che fare con dei clienti e che, di conseguenza, si trovi attaccato ai proprio risulati il raggiungimento di un obiettivo come booking, o revenue, o margine, potrà capire di cosa sto parlando.
Quando mi ritrovai per la prima volta in questa situazione cominciai a pensare al grande deal; quello che ti faceva svoltare l’anno fiscale e chiudeva in un solo colpo tutti gli obiettivi dell’anno facendoti respirare.
Negli anni il sogno di questa chimera è rimasto sempre presente e si è amplificato. Era diventato il deal che non riguardava più solo te, ma tutta la tua azienda.
Ovviamente non è mai successo, se non in una occasione nel lontano 2012.
Consiglio a tutti di guardarsi il film “The big Kahuna”, con Kevin Spacey e Danny DeVito. Due venditori, oggi più nobilmente si direbbe Key Account Manager, che nel corso di una convention della loro azienda danno la caccia al più grande il cliente. Il cliente che tutti vorrebbero avere. Naturalmente la caccia non si conclude con una cattura, ma questo credo che tutti lo avete immaginato.
Perfetta rappresentazione di un certo modo di fare affari. Grandemente istruttivo e grandemente consigliato.
In realtà nel corso degli anni il mio atteggiamento è cambiato.
Non sono più alla ricerca del long shot o del blue bird come potremmo chiamarlo usando terminologia che in realtà non mi appartiene.
Sono alla ricerca continua e disperata di cose belle da fare. Di progetti che diano soddisfazione a me e alle persone che ci lavorano.
Se da un lato perdi necessariamente la tranquillità che potrebbe darti un grande deal, dall’altro ne guadagni in qualità del lavoro ed in varietà.
Ecco, la varietà è ciò che oggi maggiormente mi spinge in territori poco conosciuti. Qualche volta con piena consapevolezza, altre con l’incoscienza di un bambino che compie i gesti più spericolati incurante del potenziale pericolo. Pericolo comunque a lui del tutto sconosciuto.