Tutti più aggressivi

Questo periodo di pandemia ha certamente avuto degli effetti sul comportamento delle persone che, credo, saranno evidenti solo nel lungo periodo.

In questi mesi ho passato un numero infinito di ore al telefono od in conference call, sia audio che video e alcuni di questi effetti li ho misurati direttamente su di me.

In prima istanza sono diventato assolutamente intollerante allo spreco del tempo. Tratto già mio in tempi non sospetti, ma decisamente acuito in questi ultimi mesi. Fatico davvero a tollerare menate inutili che protraggono una conversazione oltre il dovuto. Mi capita non raramente di entrare a gamba tesa in una conversazione chiedendo esplicitamente di essere pragmatici e di “quagliare”.

La seconda cosa che noto molto spesso è che la gente si arrabbia con molta più facilità in una riunione online piuttosto che in una riunione fisica. Di questo, sinceramente, non riesco a dare una spiegazione. Io, per principio, ho smesso di arrabbiarmi per motivi di lavoro anni fa. Semplicemente scrollo le spalle, mi dedico ad altro e faccio come voglio io. Eppure c’è questa aggressività diffusa che in alcune occasioni si manifesta con comportamenti passivo-aggressivi ed altre volte in vere e proprie tirate degne del peggior scaricatore di porto di Marsiglia.

Non me lo spiego. Senza tutte le menate di una frequentazione coatta in ufficio dovremmo essere tutti più sereni. Anche il contatto remoto con i clienti dovrebbe aiutare ed invece sono tutti generalmente più incazzati.

La cosa buffa è che si tratta di sfoghi che lasciano lo spazio che trovano e quattro secondi dopo siamo tutti più amici di prima.

L’altro tratto caratteristico di questo periodo è la tristezza latente che sento, e noto, in molte persone. In alcuni casi una forma di malinconia. Forse sono io che ho trovato l’equilibrio perfetto ma io in questo periodo non sento di avere sofferto l’isolamento in maniera particolare. Forse per il genere di lavoro che faccio, forse per il fatto che con me sto veramente benissimo.

Mi piace stare con le persone e frequentare lo studio ma, allo stesso tempo, mi piace lavorare nella modalità che tutti stiamo vivendo in questo periodo. Sono forme diverse della stessa attività. A me vanno bene tutte e due e poi, qui, ho il frigorifero a portata di mano.

E poi mi sono comprato una sedia bellissima, un pochino da bimbominkia, ma veramente molto, molto comoda e, finalmente, posso tornare a lavorare appoggiando le gambe sulla scrivania. Ma vuoi mettere?


Shameless self promotion ahead…

Nel caso non ve ne foste accorti qui in giro c’è anche un podcast con il quale potrete intrattenervi.

Quello di seguito è l’ultimo episodio.

Qui, invece tutti gli episodi pubblicati sino ad ora: Parole Sparse – Il Podcast


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