Un consumo diverso

In queste settimane di isolamento forzato ho deciso di fare un esercizio.

Ho preso in considerazione tutte le mie spese nel mese precedente al lockdown e le ho confrontato con le spese durante il lockdown.

Il risultato è decisamente interessante.

Dalle mie spese sono scomparse tutte quelle spese che non riguardano la conduzione di una vita semplice. Sono scomparsi, ovviamente, viaggi, ristoranti, vestiti, giocattoli tecnologici più o meno complessi e sono rimasti il mutuo, le spese per gli alimenti, lo stipendio della babysitter e via dicendo.

Credo che sia un risultato interessante e quindi indago un pochino sul tema. Arrivo al libro “The Theory of the Leisure Class” di Thorstein Veblen, scritto addirittura nel 1899.

Ne leggo qualche estratto ed arrivo alla definizione di conspicuous consumption:

Conspicuous consumption is the spending of money on and the acquiring of luxury goods and services to publicly display economic power—of the income or of the accumulated wealth of the buyer. To the conspicuous consumer, such a public display of discretionary economic power is a means of either attaining or maintaining a given social status.

Non si tratta esattamente di quello che sta accadendo a me ma, certamente, siamo vicini.

Credo di essere tornato ad una forma di consumo più responsabile e meno spinta dalle emozioni e dalla emulazione.

La considerazione interessante è che, personalmente, non mi sento in difetto rispetto a questo nuovo atteggiamento e non sento nemmeno il bisogno di ritornare in fretta e furia a quel genere di consumo.

Forse uno degli effetti maggiormente positivi di questo periodo. Sarebbe davvero utile che questo atteggiamento mi rimanesse attaccato al termine di questa bufera che mi ha investito.

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