Sin dai tempi, oramai remoti, del mio lavoro in H3g ricordo benissimo le imposizioni di Apple riguardo il lancio dei loro nuovi prodotti. E questo quando oramai i prodotti erano prossimi al lancio sul mercato e quindi meno sensibili all’aura di mistero che li avvolgeva.
Chi non ha mai frequentato un operatore di telefonia non credo sia a conoscenza della complessità che avvolge il lancio di un nuovo terminale sul mercato. Vero è che oramai non frequento quell’industria da una decina d’anni ma quando lo facevo, e la tecnologia radio 3g e 4g era relativamente nuova, ogni prodotto doveva essere testato sulla infrastruttura dell’operatore prima di finire nelle mani del consumatore.
H3G aveva un team che si occupava di tecnologia che era una vera bomba. Persone preparatissime e tecnicamente di una solidità assoluta. Noi li chiamavamo “gli scienziati” mentre credo che loro ci prendessero in giro dicendo che noi eravamo quelli che facevano dei bei disegnini.
Per questa ragione, ed essendomi occupato del lancio del primo iPhone per H3G, conoscevo molto bene i protocolli richiesti da Apple per il test nuovi prodotti. In quel periodo ho firmato così tanti NDA, ad personam per la cronaca, che non potevo nemmeno parlare con me stesso mentre mi facevo la barba al mattino.
Camere con accesso controllato, registrazione continua di quello che avveniva nella stanza, finestre oscurate, orologio sempre visibile, nessun ingresso di fotocamere o telefoni con fotocamere tanto per parlare di alcune misure. Ricordo che era un documento molto corposo.
Ora pare che Apple stia cercando di rendere la catena di produzione dei nuovi prodotti più sicura introducendo strumenti di controllo molto più severi di quanto non fossero già. Ricordando quello che accadeva allora non posso che immaginare che questo nuovo set di restrizioni sia qualcosa di veramente molto complesso e stringente. A pancia credo di potere dire che ai produttori delle varie parti e componenti non passerà una virgola. Forse solo ai più alti livelli della sicurezza nazionale si raggiunge quel livello di paranoia.
Apple ha sempre cercato di creare, e mantenere, questo alone di mistero rispetto ai nuovi prodotti. Diciamo che essendo una azienda che si avvicina molto ad una chiesa questo comportamento è perfettamente ragionevole. Fa parte del loro gioco.
Mi fa sorridere il fatto che questa notizia arriva da un documento che è uscito da Apple in maniera non ufficiale.
C’è del buffo in questa cosa.
Shameless self promotion ahead…
Nel caso non ve ne foste accorti qui in giro c’è anche un podcast con il quale potrete intrattenervi.
Quello di seguito è l’ultimo episodio.
Qui, invece tutti gli episodi pubblicati sino ad ora: Parole Sparse – Il Podcast