Per un interesse personale ho avuto la curiosità di leggere il bando di gara del comune in cui abito per l’assegnazione della gestione della Scuola Civica di Musica.
La Scuola Civica di Musica è un successo locale. Ci sono centinaia di studenti di tutte le età ed una offerta formativa che comprende decine di strumenti con docenti di assolta qualità. La qualità è talmente elevata che è riuscita a vincere anche la mia pigrizia spingendomi ad iscrivermi nei due anni passati.
La lettura del documento è stata decisamente interessante.
La prima sensazione è quella di essere teletrasportati direttamente tra le pagine di un racconto kafkiano. La terminologia è vetusta e assolutamente degna di una pubblica amministrazione. Incomprensibile a tratti e redatta con un lessico che vedrei più adatto ad un burocrate del Kaiser piuttosto che ad un essere umano che vive nel nostro secolo.
La seconda sensazione che ho provato è la distanza che intercorre tra gli obiettivi del bando di gara e l’infrastruttura che li circonda.
Personalmente ritengo che lo scopo principale di un bando di gara di questo tipo sia quello di garantire il raggiungimento di certi obiettivi di partecipazione e di qualità garantendo l’aspetto culturale/formativo della iniziativa.
Questi elementi sono in un certo qual modo presenti all’interno della documentazione ma sono circodati da un castello di vincoli normativi che ne neutralizzano l’efficacia.
Se è vero che tutta questa infrastruttura è necessaria in un bando di gara per allontanare qualsiasi “furbetto” è altrettanto vero che ne minano il risultato atteso. Lo stesso vale per l’amministratore pubblico che si trova comunque costretto a sottostare a queste regole se non vuole ritrovarsi sulla scrivania un avviso di garanzia.
Per quanto tu possa essere una organizzazione preparata e disponibile ad assumerti quella responsabilità, seppur retribuita, è vero che devi soddisfare una quantità di requisiti pazzesca. I bandi di gara delle aziende private sono una passeggiata di salute a confronto.
Garanzie, titoli, anticipi, impegni, documenti… follia pura.
Con questo approccio si distrugge qualsiasi cosa di buono esista nel nostro tessuto sociale e imprenditoriale. Io penso che si corra il rischio che tutto finisca nelle mani di coloro che hanno imparato bene le regole del gioco e che sanno soddisfare tutti i requisiti normativi tralasciando l’oggetto della gara.
Sopratutto per iniziative di carattere culturare il valore dovrebbe stare nella offerta formativa, non nella tua capacità di soddisfare le regole scritte intorno.
Immagino che non ci saranno mai cambiamenti in tal senso ma lo trovo di una tristezza e di una pochezza assoluta.