I primi 200 chilometri

Aspettavo questa giornata da tempo. Una festa Svizzera e la moto nel garage di casa. E’ tempo di prendere confidenza con il nuovo mezzo.

Mi vesto, prendo casco e guanti e mi metto in moto.

L’idea è quella di andare in giro senza una meta precisa evitando accuratamente l’autostrada e scegliendo preferibilmente solo strade secondarie.

Devo prendere confidenza con la moto e cercare di capirla. La verità è che mi ci trovo bene. Le dimensioni sono adatte alla mia statura e nonostante il peso elevato la moto è molto maneggevole.

Cerco di capire dove si trova la friction zone e ci gioco con manovre a bassissima velocità usando il freno posteriore. La moto è docile ma su questo genere di manovre devo prendere la mano. Una delle prossime domeniche devo cercarmi un parcheggio dove fare un pochino di esercizio su queste manovre. Non c’è altro da fare.

Nonostante questo la moto si guida in strada come se fosse una bicicletta.

Mi muovo lentamente tra i campi guardandomi intorno. Raramente supero i 50 chilometri orari. Questo è l’andatura che mi piace andando in moto. Non mi interessa la velocità o fare pieghe impossibili. Mi piace guardarmi intorno e sentirmi parte del paesaggio. Mi piace muovermi dentro il paesaggio sentendo l’aria sul volto.

Macino chilometri su chilometri e continuo a sorridere. Avevo completamente dimenticato quanto fosse magico andare in motocicletta.

Dopo una mezz’ora ho capito perfettamente il comportamento dei freni, della frizione e del motore. Ora gli arresti sono docili e leggeri. Una passeggiata. La moto è tranquilla ma nel momento in cui serve uno spunto è pronta a rispondere senza esitazioni.

E’ bello andare in giro senza una meta con il telefono in modalità aereo. Nessuno che possa disturbarti nonostante ci sia un auricolare bluetooth sul caso. Magari lo accendiamo la prossima volta.

Ogni tanto ti fermi in uno spiazzo in mezzo ai campi e ti accendi una sigaretta gustandoti la libertà del momento e, finalmente, dimenticando completamente tutto quello che sta accadendo intorno a te.

Saluti gli altri motociclisti e loro ti rispondono. Avevo dimenticato anche questo. Il piacere di salutare uno sconosciuto e scambiare due chiacchiere con gli altri motociclisti quando ti fermi in un bar a bere un caffè.

Oggi sul lago era un vera follia di macchine e quindi ho optato per un giro altrove. Ci sarà tempo per un giro del lago fatto a dovere.

Decido di tornare verso casa e non voglio usare il navigatore. Uso i cartelli stradali scoprendo strade che non ho mai percorso. Continuo a guardarmi intorno con sempre uno stupido sorriso dipinto in volto.

Arrivo a casa e parcheggio la moto. La spengo e scendo. Mi fermo a guardarla e ascolto il rumore del moto che si raffredda. Non so quanto sono rimasto lì davanti. Credo qualche minuto.

Non resisto a condividere questo momento con Luca e gli mando un SMS. Lui mi risponde con poche parole: “C’è magia nell’andare in moto”.

Ha ragione. Avrei dovuto dargli retta anni fa e ricomprare una motocicletta anni fa.

C’è magia nell’andare in moto.

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