Il controllo degli studenti

Ricordate qualche settimana fa quando scrissi di quella professoressa di Greco che costringe i propri studenti a mettersi una benda sugli occhi quando sono interrogati.

Ecco, come sempre gli Stati Uniti sono molto più avanti di noi e già da tempo molte università fanno uso di strumenti software dedicati per monitorare il comportamento degli studenti, specialmente quando si sottopongono a dei test.

Per questa ragione gli studenti vengono costretti ad installare sui proprio personal computer dei veri e propri sistemi di controllo che inviano le informazioni ad un “proctor” in modo che questi si assicuri del buon comportamento degli studenti.

Ovviamente quello del software per il controllo degli studenti è un business che fa gola e la profondità di intrusione di questi prodotti è enorme:

Like its competitors in the exam surveillance industry, Respondus uses a combination of facial detection, eye tracking, and algorithms that measure “anomalies” in metrics like head movement, mouse clicks, and scrolling rates to flag students exhibiting behavior that differs from the class norm.

Leggete questo articolo per rendervi conto della follia cui si sta arrivando: Students Have To Jump Through Absurd Hoops To Use Exam Monitoring Software

Scansione in tre dimensioni della stanza dello studente? Specchi per riflettere il movimento delle mani?

Ma vi siete tutti bevuti il cervello?

A me tutto questo sembra una vera follia, senza considerare il tema della privacy che mi sembra comunque del tutto rilevante.

Leggete cosa scrive la Electronic Frontier Foundation ha scritto:

Recorded patterns of keystrokes and facial recognition supposedly confirm whether the student signing up for a test is the one taking it; gaze-monitoring or eye-tracking is meant to ensure that students don’t look off-screen too long, where they might have answers written down; microphones and cameras record students’ surroundings, broadcasting them to a proctor, who must ensure that no one else is in the room.

In questo modo si sovverte la funzione principale della scuola che dovrebbe essere quella di educare. Già la didattica a distanza, e finiamoli con questi acronimi del cavolo, è una tristezza infinita. Se poi aggiungiamo anche l’assoluta mancanza di fiducia degli insegnanti nei confronti dei proprio alunni allora siamo proprio alla frutta. E poi, finita la cena c’è da pagare il conto.

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