Il giorno in cui fui umiliato

Photo by TS Sergey on Unsplash

Rare sono state le occasioni in cui mi sono sentito umiliato professionalmente. In realtà credo che nella mia intera carriera ci sia stato un solo momento in cui ho provato questo sentimento al termine di una riunione.

Ve la racconto, omettendo i dettagli che aggiungono poco alla storia.

Ai tempi lavoravo per un operatore di telefonia mobile e credo che per chi mi conosce personalmente non sia nemmeno difficile capire chi questo operatore fosse. E’ stato il posto di lavoro più eccitante in cui abbia avuto l’occasione di lavorare. Del tutto simile a Sketchin, sebbene per motivi estremamente diversi.

Non mi ricordo esattamente il Job Title del tempo ma lavoravo nel team di Marketing Handset e, nonostante il termine marketing, mi smazzavo una discreta quantità di tecnologia e di specifiche tecniche. Oltre a questo, dato il mio passato e la mia curiosità, il mio bagaglio tecnico non era affatto trascurabile (modalità bragging on).

Si parlava di posta elettronica e si discuteva di e-mail push versus e-mail pull. Alla riunione partecipava anche un neo assunto CTO di cui eviterò di fare il nome.

Non entro nel dettaglio tecnico della discussione perché non ne vale la pena ma, sostanzialmente, si stava parlando delle specifiche tecniche di POP 3 (RFC 1939 per chi fosse curioso) ed IMAP (RFC 3501). Documenti che mi ero ri-studiato nel dettaglio mesi prima e che per capire meglio avevo anche implementato in un rudimentale client di posta elettronica scritto, udite udite, in C.

In poche parole il CTO in questione sosteneva che POP 3 avrebbe potuto supportare folders mentre io sostenevo che al di là dei canonici folder inbox, sent, eccetera eccetera, quella non era una opzione contemplata dallo standard.

Non c’era nemmeno da discutere, RFC alla mano.

Mi fu chiesto di stare zitto e, sostanzialmente, smettere di rompere i cosiddetti. Usò una espressione un pochino più colorita di questa in realtà. La prima tentazione fu di mandarlo a quel paese ma il mio capo, che sedeva di fianco a me, mi mise una mano sul braccio ed evitò la ricerca di un nuovo posto di lavoro.

Mi fu detto che dal momento che lui era il “padre” di uno dei portali italiani di maggiore successo non potevo questionare sul tema. Portale che tra l’altro faceva “cagarone”, almeno ai tempi.

Fu una cosa che comunque mi ferì molto profondamente. Rimase nella mia testa per molte settimane fino al momento della illuminazione: ma anche, sticazzi.

Il CTO, comunque, non arrivò al panettone. A me, personalmente, il motivo fu perfettamente chiaro.

P.S. L’asino nella foto non sono, ovviamente, io…

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