Dopo lungo tempo mi sono rimesso a panificare usando il lievito madre. Sono passati diversi mesi dall’ultima volta che avevo fatto il pane in case.
Fare il pane in casa, sopratutto con il lievito madre, ha un che di primitivo e primordiale. Credo che il pane possa e debba essere anche interpretato in termini antropologici. E’ domenica sera e questo mi sembra davvero troppo.
Mi piace molto il fatto che il pane sia allo stesso tempo cibo e segno.
Non per nulla si usa dire “portare a casa la pagnotta” per dire che si è lavorato in maniera efficace.
Panificare non è difficile, ma è comunque un arte.
E’ un arte che richiede manualità e malizia. Manualità e malizia che io ho perso quasi del tutto in questi mesi. Mi sono perso nel processo di lievitazione, ho sbagliato la misura di un paio di parti e ho commesso diversi altri errori prima di infornare la pagnotta.
Anche il forno deve essere gestito. Domani vado in ufficio con tre o quattro bruciatore che mi sono procurato non stando abbastanza attento a come maneggiavo il forno ed il dutch oven.
Sono tornato un principiante.
Nonostante questo il rumore che fa il pane quando lo tiri fuori dal forno e comincia a raffreddare è una grande soddisfazione.
Il sapore è un’altra cosa rispetto a quello che si compra dal panettiere.
Sopratutto perchè lo ho fatto io.
Confesso. Oggi per la prima volta ho rischiato di saltare il mio appuntamento con Corrente Debole. Non è successo e continuo con la mia serie positiva.