Lo Statement of Work

In tutto quello che faccio per lavoro c’è una cosa che proprio vorrei evitare di dover fare. Questa cosa è la stesura dello Statement of Work o Accordo per la Fornitura di Servizi.

Questo è il vero e proprio contratto che il nostro cliente firma per l’esecuzione di un progetto.

Cosa non mi piace di questo documento?

La prima cosa che non mi piace è il fatto che questo documento viene generalmente steso come una forma di contratto prematrimoniale. Più che a discutere di come fare funzionare il matrimonio è teso a regolare come si deve gestire un divorzio e questa è una premessa che non mi piace affatto.

Ad onor del vero devo concedere che quando riesco a convicere i nostri clienti ad usare il nostro framework le cose vanno decisamente meglio. Il peggio accade quando sono costretto ad usare dei modelli che non ho elaborato io e che, molto spesso, sono stati pensati per regolare attività che poco hanno a che fare con il design.

La seconda cosa che mi urta i nervi è il linguaggio che viene utilizzato. Ancora una volta il nostro linguaggio è comprensibile mentre, spesso, le correzioni che ricevo sono scritte da un legale che, giustamente, si trascina la sua formazione professionale.

La terza cosa che non mi piace è che c’è sempre un ulteriore livello di negoziazione che da un lato è necessario per essere certi che ciò che ho capito sia molto simile a ciò che hai capito ma, dall’altro, si rivela essere spesso lo strumento per infilare di soppiatto attività che non avevamo previsto.

Purtroppo un contratto è comunque necessario averlo e sarebbe il caso che si spendesse qualche tempo insieme per capire come possa essere possibile stendere contratti migliori per entrambi.

Ancora oggi questo sembra un obiettivo irraggiungibile.

Come spesso accade si ricade sempre nel tema cronico del “abbiamo sempre fatto così”.