Questo pomeriggio girellavo per LinkedIn alla ricerca di un paio di informazioni su dei miei contatti di cui non ricordavo più i riferimenti e con i quali ho bisogno di rimettermi in contatto.
Dopo avere fatto questo mi sono fatto il mio consueto giro in home page e mi sono imbattuto in una interessante polemica.
Sostanzialmente un amministratore delegato di una azienda che si trova in una provincia non proprio allettante lamenta il fatto che non riesce a trovare personale per coprire posizione aperte e adduce come motivazione il fatto che, semplifico, le persone non hanno voglia di sbattersi anche se non hanno lavoro.
Ovviamente segue il consueto putiferio con schieramenti a favore o contro la presa di posizione.
Tra i commenti si scorge anche qualcuno che dice che si è candidato ma che, non avendo mai ricevuto risposta, chiede spiegazioni all’amministratore delegato.
Lesa maestà. L’AD risponde che lui di lavoro fa l’amministratore delegato e che esiste una funzione dedicata, le risorse umane, per occuparsi di queste questioni.
Ecco, caro amministratore delegato, hai appena dimostrato per quale motivi non vale la pena lavorare per te.
Hai appena dimostrato diverse cosette che mi preme farti notare qualora ti fossero sfuggite:
- Hai appena dato del mentecatto alle tue persone che lavorano nelle risorse umane. Secondo il tuo commento loro si occupano di questioni che sono troppo leggere per essere gestire dall’AD.
- Hai brillantemente dimostrato che per te essere AD è uno status quo e che, di conseguenza, te la tiri.
- Hai dimostrato che possiedi un titolo ma non il carisma per essere un amministratore delegato degno di questo nome. Uno che il carisma lo possiede avrebbe preso il telefono, verificato la situazione e dato una risposta.
Vero è che ormai tendo ad essere puntacazzista su questi temi e magari sono anche troppo pignolo ma a me questa faccenda dei titoli comincia veramente a rompere le palle.
Noto anche che ho scritto troppe parolacce. Che ci volete fare, la settimana va così.