Esco, distrutto, da una conversazione con un amico, stretto difensore del ‘non mi vaccino’ e mi stupisce essermi dovuto confrontare, nuovamente su questo tema.
Sinceramente ognuno ha la libertà di scegliere se vaccinarsi o meno. Non me la sento di sindacare la decisione del singolo così come nessuno ha il diritto di sindacare sulla mia.
Il mio, personalissimo e insindacabile, giudizio sulla mia scelta è il seguente:
- Ho fatto una scelta razionale e basata sulle informazioni a mia disposizione. Questo significa che ho giudicato il rischio di venire contagiato e rischiare la pelle di molto superiore ai rischi connessi ad un eventuale effetto collaterale del vaccino. Il mio amico sosteneva che non ne conosciamo gli effetti nel lungo periodo. Amico mio, io ho cinquantaquattro anni. Se mi va bene mi rimangono una quindicina d’anni buoni da spendere. Il lungo periodo me lo so dimenticato da tempo. (Altra considerazione assolutamente razionale e realista).
- Tendo a fidarmi della scienza e degli scienziati e sì, anche dei medici e dei virologi. Se non altro molto di più di quanto io non mi fidi dei complottisti o, con tutto il dovuto rispetto, dei no-vax.
- Sulla mia scelta ha avuto un peso, non irrilevante, la considerazione che ho per il mio prossimo. E questo nonostante soffra pesantemente di misantropia. Se venissi contagiato in maniera asintomatica mi dispiacerebbe parecchio essere la causa della sofferenza di qualcun altro.
- Infine confesso che a me i complotti stanno sulle palle. Sono cose impegnative e che in un mondo malamente connesso, in termini di privacy e capacità di utilizzo della tecnologia, ben difficilmente rimangono coperte. C’è chi non riesce a nascondere un amante, figuriamo un complotto mondiale. Dai, su.
- Ultimo punto. E’ più di un anno e mezzo che convivo con un insieme di limitazioni. Oramai non credo di avere difficoltà ad affrontarne di altre. Vuoi il green pass? Io ce l’ho e vive benissimo sul mio smartphone con l’applicazione Immuni. Sì, l’avevo scaricata ed utilizzata.
Sarà perché il mio lavoro è prendere delle decisioni razionali, pur sempre ascoltando la mia pancia ma io sono convinto della mia scelta.
La mia testa e la mia pancia tendono, in questo caso, ad essere d’accordo.
Oh, poi fate un pò come vi pare. Ché, mi risulta, siamo ancora in democrazia e, parafrasando Leo Longanesi, qualsiasi democrazia, per quanto scalcagnata, è meglio di una tirannia.
Infine va detto che io non tento di convincerti a vaccinarti o non vaccinarti e quindi, perché me la meni?
Shameless self promotion ahead…
Nel caso non ve ne foste accorti qui in giro c’è anche un podcast con il quale potrete intrattenervi.
Quello di seguito è l’ultimo episodio.
Qui, invece tutti gli episodi pubblicati sino ad ora: Parole Sparse – Il Podcast