Non so per quale motivo mi sono ritrovato a pensare a questo tema oggi.
Fatto sta che mi è capitato di riflettere sul modo in cui io scelgo i regali per le persone cui tengo. Questo è il primo aspetto. Tendo a fare regali solo alle persone cui tengo. Mi urta la convenzione sociale secondo la quale è obbligatorio fare regali nelle occasioni comandate. Compleanno, anniversario, Natale e via dicendo.
Ho sempre pensato che un regalo ha il suo tempo che non è affatto scandito dal calendario. Pensi a qualcuno cui tieni particolarmente e gli fai un regalo, non necessariamente materiale.
Per me un regalo è qualcosa che dimostra vicinanza e conoscenza. Oggi ho pensato a te e mentre camminavo per te ho visto questa cosa che penso sia perfetta per te. Ancora, conoscenza e vicinanza.
Io penso che un regalo debba rappresentare la persona che lo riceve. Deve essere qualcosa che sia utile per lui e che non sia destinato a finire su uno scaffale a raccogliere polvere o, peggio, finire nella spazzatura o finire per essere riciclato.
Personalmente mi ferisce ricevere un regalo che è lontano da me e dai miei interessi. Ci rimango sempre malissimo ed è accaduto, purtroppo, spessissimo. E’ una indicazione che non mi conosci, che non vuoi spendere del tempo per pensare a cosa sarebbe adatto a me, a cosa potrebbe piacermi. Stai solo assolvendo ad un obbligo sociale senza metterci il cuore.
Il regalo ideale, al contrario, non ha tempo e non vive di scadenze. Non deve necessariamente vivere all’interno della sfera dei tuoi interessi. Se mi conosci hai certamente idea del mio modo di vivere e dei miei gusti. Potresti pensare a qualcosa che potrebbe piacermi ma che io non conosco. Diciamo un regalo di prossimità.
La chiave è il fatto che ci hai pensato. Parte del regalo è il tempo che hai speso per pensarci, per comprarlo ed incartarlo, per scrivere il biglietto con il quale me lo consegni. E’ pensiero e cura.
Trovo molto più coerente non fare il regalo. Difficilmente ci rimarrei male nel non ricevere un regalo.
E se non c’è vicinanza e affinità evita di fare un regalo.
Davvero, non serve.
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