Sono un felice possessore di un Kindle sin dal suo primissimo annuncio anni fa. In un certo qual modo ha cambiato il mio modo di fruire della lettura. Ora posso portare con me tutto quello che desidero senza il peso della carta.
Non ho particolare nostalgia del libro di carta in sé e per sé. Quello che mi manca è invece la libreria. Complice un articolo su Il Sole 24 Ore mi sono ritrovato a riflettere su questo argomento.
In effetti sin da quando sono diventato un avido lettore, diciamo dopo la maturità, la libreria è sempre stata una costante dei luoghi che ho abitato. Mi ha seguito trasloco dopo trasloco aumentato sempre in numerosità e, mi auguro, in qualità.
Ci facemmo costruire dei mobili su misura da un artigiano di Pollenza, nelle Marche. Era una libreria di legno solido e massiccio. Ricordo che feci io i disegni necessari per la sua realizzazione.
Una libreria racconta davvero una storia. Anche oggi quando vengo invitato a casa di qualcuno non posso fare a meno di sbirciare di quali volumi si compone la libreria dei miei ospiti. Da questo tendo a farmi una idea della persona e dei suoi gusti.
L’ordine della libreria ha un suo grande perché ed esso stesso racconta delle storie. Per me cambiava molto spesso. Autore, genere o, molto spesso, collegamenti molto meno tangibili o, semplicemente, affezioni e disaffezioni.
Purtroppo il Kindle nasconde tutto questo. E’ vero, cerca di imitarlo ma è la cosa che gli riesco meno bene di tutte le altre. La libreria è fisica; la hai sotto gli occhi tutto il tempo e ci sono i colori delle copertine e le dimensioni dei volumi. Ti capita di fermarti davanti ad essere ed essere attirato dal colore della costa di un libro e subito la memoria ti riporta al momento in cui hai portato quel libro in casa. Ripensi a quando lo hai letto e lo prendi in mano. Vado sempre all’ultima pagina che contiene la lista di tutte quelle pagine che contengono i brani che ho sottolineato e me li vado a rileggere. Era un esperienza che, purtroppo, il Kindle è in grado di replicare solo in minima parte.
Da quando mi sono trasferito a Laglio quei libri sono rimasti là da dove sono venuto. E’ stata un’altra separazione dolorosa ma ho deciso che sarebbe stato meglio che quei libri rimanessero là.
Qui ora c’è una libreria ma molto verticale. La sua fisicità è costituita da due soli argomenti. Libri di musica e libri di magia.
Da qualche parte lessi che occuparsi di una collezione è una sorta di viaggio in universo parallelo. Sono decisamente convinto che sia così. Per questa ragione, da qualche tempo, colleziono libri di magia sia antichi che contemporanei.
Questa libreria fisica, molto modesta se paragonata a quella di prima, è una porta verso un altro universo. Un universo che mi permette di viaggiare nel tempo. In essa hanno particolare valore, non certamente materiale, i libri usati che ho trovato nei mercatini. Quei libri che hanno una storia e magari qualche appunto del precedente proprietario. E quando questi appunti li trovi comincia un altro viaggio ancora.
Ad ogni modo, libreria fisica o meno, l’importante è sempre viaggiare.