Mi capita spesso di essere attirato da un titolo di un link sulla timeline di Facebook o di Twitter e di cominciare la lettura della pagina verso la quale sono stato trasportato.
Tipicamente, ad un terzo della pagina, scatta il momento WTF. Ma che genere di composti chimici ha ingerito chi ha scritto il titolo? Scopro in quel momento che il contenuto della pagina è una versione molto più soft di quanto espresso nel titolo. Altre volte l’attinenza è pressochè nulla.
Io lo so che voi non vi drogate e che per un click vendereste anche i vostri genitori con la formula prendi due paghi uno, ma siamo davvero arrivati al limite.
Io mi immagino che presto un algoritmo di machine learning sarà in grado di verificare in tempo reale che siete dei minchioni e che vi seppellirà nella terza pagina dei risultati organici di una ricerca su Google (se vi va bene) o vi nasconderà per sempre dalla mia ed altrui timeline.
Nel frattempo ho sviluppato un meccanismo protezionistico autonomo che mi spinge a fare un hide istantaneo del contenuto “fregnaccia”. Magari mi perdo qualcosa di veramente interessante ma sicuramente evito di perdere il mio tempo con degli imbroglioni.