Dopo più di quattro anni di onorato servizio il mio MacBook Pro 15″ aziendale è stato sostituito.
Non che ne avesse bisogno ma abbiamo deciso di rinfrescare tutto l’hardware di Sketchin e quindi è arrivato anche il suo turno. In realtà in questi mesi se ne è stato beato in studio con scarso utilizzo. Ho preferito usare il MacBook Air 12″ M1 che mi posso scarrozzare ovunque, giardino compreso.
Ad ogni modo quel silicio non andrà perduto. Ho deciso di comprarmelo per tenerlo in casa pronto ad ogni evenienza. In fondo si potrebbe rompere qualcosa che usano i ragazzi o potrebbe venirmi in mente qualche utilizzo particolare per cui potrei non volere mettere a rischio la macchina che porta a casa il pane.
Faceva ancora il suo lavoro con onestà e ne sono sempre stato grandemente soddisfatto.
Il suo posto è stato preso da un MacBook Pro 16″ che è ancora basato su architettura Intel. Non me ne faccio un gran gruccio. E’ una macchina che uso per lavorare e non ho bisogno di grandi cose per fare quello che devo fare. Bella macchina tutto sommato. Devo dire che pesa una cifra ma il display a 16″ è un sollievo per la mia vista che non è più quella di una volta.
Oramai sono diventato un campione nel fare porting delle mie configurazioni. Tutto in uno script e via. Mezz’ora e la macchina è pronta per nuova vita.
Certo il 12″ è un campione di peso e di batteria ma la mia vista qualche volta non ce la e devo sempre più spesso fare ricorso ad alcune features di accessibilità offerte dal sistema operativo.
Sto invecchiando, e non va bene.
Shameless self promotion ahead…
Nel caso non ve ne foste accorti qui in giro c’è anche un podcast con il quale potrete intrattenervi.
Quello di seguito è l’ultimo episodio.
Qui, invece tutti gli episodi pubblicati sino ad ora: Parole Sparse – Il Podcast