Metropolitana

Il mezzo più veloce che io posso usare per raggiungere il centro di Milano dal posto in cui abito è la metropolitana. Dopo diversi anni ho ricominciato a frequentarla con una certa assiduità.

Come sempre mi dedico alla osservazione delle persone quando non posso fare altro di produttivo.

Diciamo che la prima cosa che è evidente è il fatto che gli smartphone la fanno da padrone. Già, è vero. Non questo granchè come osservazione.

C’è gente che ascolta musica. Chi con gli auricolari, chi con cuffie più o meno appariscenti ed ingombranti. Ci sono persone che leggono quotidiani online, chi si guarda un film e chi scrive messaggi.

Ecco questi ultimi sono la categoria più affascinante.

In questi ultimi mesi si parla sempre più spesso di Internet of Things come di un trend destinato a diventare solido nel prossimo futuro. Diciamo che è qualcosa di cui si parla da decenni anche se lo abbiamo chiamato diversamente in passato.

In tempi non sospetti parlavo di Internet of Humans e, ancora di più, di Internet of Emotions. La capacità che hanno questi oggetti di veicolare emozioni in tempo reale. Emozioni che si consumano in secondi e che si generano con pochi tocchi dei polpastrelli su uno schermo sensibile al tatto.

Io trovo che questa cosa sia incredibile.

Osservavo le persone scambiarsi messaggi e rilevavo le osservazioni sui loro volti. Un sorriso aperto immediatamente dopo la notifica di un messaggio. Le labbra che si stringono in una smorfia forse dopo un messaggio non molto apprezzato. La testa che annuisce o si muove lentamente da destra a sinistra in un gesto di diniego.

L’emozione che nasce e si esaurisce nello spazio di qualche secondo per lasciare spazio alla creazione di una risposta destinata a generare altre emozioni.

Ecco, questo continuo scambio di emozioni in tempo reale, seppure nella sua brevità ed incosistenza, trovo che sia estremamente affascinante.

Al tempo stesso è uno dei maggiori pericoli. Tutto diventa transitorio e transiente. Molto di più di quando non eri a casa ed immaginavi che il tuo telefono fisso squillasse portandoti una emozione.