Ieri sera mi sono trovato nelle condizioni di avere necessità di fare degli acquisti per la logistica della classe di mio figlio in tarda serata.
Alle 20.30 l’unica opzione disponibile era un supermercato in un centro commerciale vicino casa che fa orario continuato sino alle ventiquattro.
Il caso ha voluto che io fossi ancora in alta uniforme. Giacca e pantaloni grigi e camicia azzurra d’ordinanza.
Il supermercato a quell’ora aveva un che di spettrale. Poche persone all’interno e quasi tutti dediti a piccoli acquisti. Giusto il necessario per svoltare la cena.
Un gran parte degli avventori era vestita come me con la differenza che sul loro volto era dipinta una espressione tristissima.
Nessuno di loro aveva un carrello della spesa ma tutti imbracciavano il piccolo cestello da utilizzare per una spesa modesta.
Confesso che la mia curiosità antropologica ha preso il sopravvento e mi sono messo a seguirli ed osservarli.
Il contenuto del cesto vedeva cibi precotti e pane. Qualche salutista aveva dell’Himalaya e della verdura. Spesso una bottiglia piccola di birra.
In almeno due casi su tre essi si muovevano all’interno del supermercato stando al telefono. Tipico caso di contestatore peripatetico.
Le conversazioni erano tutte di lavoro.
Mi sono immaginato questi single costretti ad alimentarsi alla bene è meglio avendo come unica compagnia a rallegrare la serata un collega di lavoro.
Oltretutto un collega di lavoro che ti parla di rogne perché alle nove di sera possono essere solo rogne.
In quel momento mi sono sentito molto fortunato.
Se è vero che sono stato costretto ad uscire di nuovo la sera tardi per onorare i miei impegni di rappresentante di classe è altrettanto vero che dopo sarei tornato a casa a parlare di Minecraft e bambole.
E, vi assicuro, non è poco.