La fila alla posta

Io detesto con tutto me stesso andare all’ufficio postale. Preferirei passare un giorno in pretura piuttosto che mettermi in coda alla posta.

Non ho idea di chi si occupi del Service Design di quel posto ma posso affermare con assoluta certezza che il denaro che si è fatto dare è stato male impiegato.

Complice un favore che ho voluto fare a mia moglie oggi sono stato nell’ufficio postale di Buccinasco.

Un incubo. Sembrava che tutta la cittadinanza si fosse data appuntamento in quell’ufficio per i preparative del veglione di capodanno.

Tu entri nell’ufficio postale e come prima cosa tenti di individuare la colonnina attraverso la quale potrai prendere il biglietto che ordina l’accesso agli sportelli.

Ci metti circa un minuto a comprendere quale area dello schermo touch screen devi toccare perchè le icone sono disegnate in maniera inintelleggibile e le spiegazioni a corredo non servono praticamente a niente.

Il design delle icone è quanto di meno intuitivo io possa immaginare. Tutte le icone, indistintamente sono circondate da una freccia circolare. Ora mi dite nella metafora di un’icona che cosa cavolo c’entra quella freccia? E, sopratutto, cosa c’entra il fatto di averla messa intorno a tutte le icone?

Il risultato è che con un contorno come quello lo spazio che puoi davvero dedicare al disegno della metafora si riduce di un buon 40/45% rendendo il tutto incomprensibile. Prova di questo è il fatto che tutti i presbiti, come il sottoscritto, devono spendere una trentina di secondi a cercare di capirle.

Superato il problema delle icone si arriva al secondo problema. Le stesse icone sono riportate sul grande tabellone che indirizza i clienti che hanno raggiunto il loro turno verso il primo sportello libero. Il tabellone è composto di 6 righe che a sinistra hanno l’icona incriminata, seguita dal numero che viene servito e il numero di sportello corrispondente.

Il genio che ha pensato a questo sistema ha pensato che fosse una buona idea dare una numerazione progressiva unica per ognuna delle quattro categorie disponibili. Mi spiego meglio. Se abbiamo quattro categorie, che chiameremo A, B, C e D il progressivo si incrementa per ognuna delle categorie. Per questo motivo è altamente probabile che in ogni dato momento siano rappresentate sullo schermo due categorie diverse con la stessa numerazione. Ad esempio: A43 e C43.

Tutte le persone che sono in coda devono fare affidamento sulla icona per capire a che categoria appartengono. Dato che l’efficienza del nostro sistema visivo è decisamente inferiore a quelle di un sistema automatico di riconoscimento delle immagini vi lascio immaginare il casino costante che si genera. Questo casino aumenta in maniera esponenziale quando ci sono anziani che devono compiere l’operazione.

Sarebbe stato troppo complesso usare un progressivo unico? Troppo difficile?

Un’altra cosa inspiegabile è il numero di sedie disponibili. Il locale ufficio postale è grande più o meno 300 metri quadri. Di questi 200 sono disponibili al pubblico e di questi 200 non più di 15 metri quadri sono usati per delle sedie. Ma che cavolo di scelta è? Avete notato che la maggior parte degli utenti di un ufficio postale sono persone anziane?

Mentre sono in coda ad aspettare osservo le persone che lavorano e che, davvero, cercano di fare del loro meglio. Quello che mi lascia perplesso è il tempo che passano ad osservare gli schermi che hanno davanti tra una operazione e l’altra. Davvero, avrei volentieri rischiato l’arresto per potere fare un salto dietro il bancone e vedere di persona che cosa c’era su quello schermo.

Se poi ti capita qualcuno che deve compiere una qualsiasi operazione su un conto corrente sei finito. Puoi tranquillamente stendere il tuo sacco a pelo e aspettare il giorno successivo perchè arrivi il tuo turno.

Ovviamente per evitare la coda alla posta potrei usare l’applicazione e prenotare uno slot. Peccato che mi sia registrato al sito delle poste una quindicina di anni e che abbia perso i codici di accesso al servizio. Ho provato diverse volte a tentare di recuperare le preziose informazioni ma non ci sono mai riuscito. Nè online nè al telefono con il loro customer care. Ottenere una security clearance a livello top secret è più semplice che recuperare i tuoi dati di accesso.

Un assoluto e totale disastro.

Mi dispiace davvero perchè gli strumenti per disegnare una esperienza degna di questo nome ci sono tutti e costerebbero sicuramente molto meno di quanto avranno certamente già speso, sia online che offline.

 

Saper comunicare

Stavo passando del tempo sulla mia timeline di Facebook quando mi sono imbattuto in un messaggio pubblicitario. Una azienda che permette ai propri utenti di fare trading online copiando il comportamento di altri investitori di successo mi faceva notare come investendo 10.000 Euro all’inizio dell’anno avrei potuto ottenere più di 11.000 Euro di guadagno alla fine dell’anno.

Ora l’idea di osservare altri trader di successo è sicuramente una buona idea. Quello che mi è piaciuto di meno è il grafico a supporto che hanno usato nel messaggio pubblicitario.

E’ vero che sono sempre piuttosto attento ai dettagli e molto probabilmente sono uno dei pochi che lo ha notato ma il grafico era veramente male concepito.

Una curva in quasi costante crescita dall’inizio dell’anno a dimostrazione del successo dell’investimento. La cosa che mi ha lasciato perplesso è che subito dopo l’apice del successo la curva crolla drasticamente ad un livello quasi inferiore a quello dell’inizio dell’anno.

Se devi comunicare una idea di successo non mi sembra il modo di farlo. Quella curva avrebbe dovuto continuare ancora a crescere.

In questo modo mi stai dicendo che, sostanzialmente, “ti ha detto culo“.

I dettaglio sono sempre importanti.

I buoni propositi

Si avvicina la fine dell’anno e già vedo fiorire i primi post con i buoni propositi per l’anno nuovo.

I miei amici americani hanno questo gusto del tutto particolare per le liste e i buoni propositi assumono questa forma. Gli amici nostrani sono meno strutturati ma anche da loro cominciano a manifestare questo florilègio di intenzioni per il 2017.

Sarà per via del fatto che tra pochi mesi festeggerò il mio cinquantesimo genetlìaco ma confesso che non ho alcuna intenzione di pensare ai buoni propositi per l’anno a venire.

Diciamo che se proprio devo pensare a qualcosa sarei più propenso a fare una lista di cattivi propositi che, oltre tutto, tendono ad essere anche più divertenti.

Per il resto diciamo che prenderò quello che viene.

Creatività e abbondanza

In questi giorni di riposo sto giocando molto spesso con il mio Ableton Push 2. Nelle settimane precedenti mi sono messo alla ricerca di tutto che ritenevo potesse essermi utile per poterlo utilizzare al meglio.

Loops, drum samples, beats, strumenti, racks, effetti, templates ed altro ancora.

Il risultato è che ora mi ritrovo con quasi 20 gigabytes di strumenti oltre ai 53 gigabytes di materiale che di default arrivano con Ableton Live.

E’ una quantità di materiale enorme. Più di quanto si potesse immaginare di potere collezionare solo una decina di anni fa.

Bene. Una volta messo insieme tutto questo materiale ho cominciato a creare i miei primi pezzi. Ho speso una quantità di tempo enorme navigando tra un loop e l’altro, cercando lo strumento migliore o il miglior set per batteria e basso. Un processo lungo e, tutto sommato noioso.

Il risultato finale è che ho speso molto più tempo a navigare nel mare magnum del materiale a disposizione piuttosto che a creare qualcosa di nuovo.

Questa mattina riflettevo proprio su questo elemento e alla fine sono arrivato alla conclusione che, almeno per il sottoscritto, l’abbondanza limita moltissimo la creatività. Avere troppo scelte a disposizione ti distrae dallo scopo finale e dal processo creativo.

Per questa ragione ho deciso che quando devo giocare al piccolo compositore selezionerò in anticipo un piccolo set di strumenti e loop e mi limiterò ad usare quelli per qualche ora.

 

Il 2016 in libri

Più o meno alla fine di ogni anno mi ritrovo a scorrere i miei acquisti in libri per fare qualche piccola statistica.

Quest’anno ho comprato, e letto, 78 libri.

Decisamente meno dell’anno scorso dove ero abbondantemente sopra i 130.

Indice di un anno faticoso ed impegnativo.

Sono stai tutti libri che ho acquistato da Amazon e letto sul mio Kindle. Solo tre sono stati libri cartacei e si trattava di libri di musica.

Non c’è niente da fare, per me il kindle, e i suoi fratelli su pc ed iPad, è il modo più facile di avere sempre a portata di mano qualche pagina da leggere.

La mattina di Natale

Nonostante tutto la mattina di Natale continua ad avere un fascino particolare, sopratutto da quando in casa ci sono Lorenzo e Beatrice.

Il fatto che tua figlia ti venga a svegliare con un bacio sulla guancia chiedendoti di farle compagnia mentre scarta i regali di Natale è una cosa che ti ripaga di qualsiasi fatica tu abbia dovuto sostenere durante l’anno.

La stessa gioia che vedi nei loro occhi mentre aprono ogni pacchetto si propaga e ti coinvolge come se fosse qualcosa di superiore e unico. Per loro non si tratta di regali materiali o, almeno, solo in parte. E’ la gioia di ricevere un regalo desiderato e meritato. La soddisfazione nel riconoscere che qualcuno ha pensato a loro scegliendo qualcosa che li avrebbe resi felici.

Forse loro sono ancora in grado di cogliere il vero spirito del Natale.

Tutti più buoni?

Ma in questo periodo dell’anno non si dice che dovremmo essere tutti più buoni?

Lorenzo e Beatrice mi hanno chiesto di uscire per andare a comperare una serie di cose per realizzare un esperimento con i liquidi non newtoniani. Ok, detto in parole povere mi hanno chiesto di comperare dell’amido di mais.

Sofrtuna vuole che l’amido di mais si possa trovare solo al supermercato. Al supermercato alla vigilia di Natale.

Ci siamo andati insieme.

Nell’ordine abbiamo visto:

  • Due automobilisti litigare furiosamente per un parcheggio quando a cento metri c’era il vuoto assoluto.
  • Due attempate signore litigare per il numero al bancone della gastronomia.
  • Un signore ed una signora discutere per la precedenza alla cassa.

Noi abbiamo sorriso chiedendoci perchè la gente ama così tanto complicarsi l’esistenza quando non è strettamente necessario.

Noi ora andiamo a fare qualche disastro con le nostre nuove materie prime.

La festa di Natale

Diciamo la verità. La maggior parte delle feste di Natale aziendali sono una enorme rottura di scatole. Non riesco nemmeno ad enumerare le volte in cui avrei voluto essere altrove durante uno di questi eventi.

Anche quest’anno devo dire che siamo riusciti a creare una esperienza fuori dal comune.

Il nostro portentoso team Marketing e Comunicazione ci ha fatto vivere una esperienza unica ed irripetibile.

Con i potenti mezzi messi loro a disposizione sono riusciti a farci riservare un museo tutto per noi. Dove? Siamo stati ospiti del m.a.x. museo di Chiasso.

Già questo sarebbe bastato per connotare la nostra festa di Natale come fuori dal comune. Ci poteva bastare? Decisamente no.

L’evento è stato accompagnato da una visita privata alla mostra dedicata a Federico Seneca. Se non sapete chi è Federico Seneca vi consiglio di scoprirlo perchè sarà una bellissima sorpresa. Anche se non vivete di design avrete l’opportunità di scoprire un genio che pochi conoscono.

La combinazione delle due cose ha creato un momento veramente magico.

In questo momento sto sfogliando il catalogo della mostra che la direttrice del museo ci ha donato e che, confesso, ho temporaneamente rubato. Prometto solennemente che lo riporterò in studio al ritorno delle vacanze.

Come sempre, creare delle esperienze non è una cosa facile ma quando ci si riesce la soddisfazione è enorme.

Grazie a Francesca e Dario per lo sforzo che anche quest’anno hanno profuso perchè il nostro incontro non fosse banale.

Natale è alle porte

Mancano pochi giorni a Natale ed è arrivato il momento di chiudere questo anno, per il momento professionalmente. Per le valutazioni personali c’è ancora del tempo.

Gli ultimi dodici mesi sono stati un vero e proprio otto volante. Siamo partiti avendo davanti una salita molto impegnativa e molto pericolosa che durante l’anno si è lentamente trasformata in un percorso più facile e gestibile.

Sono successe cose importanti e tutti hanno dato il loro contributo affinchè le cose potessero andare nel migliore dei modi.

Quello che mi gratifica di più è il fatto che nessuno si è mai tirato indietro. Tutti hanno dato non solo il massimo ma tutto quello che avevano da dare, spesso con sacrifici personali. Vi assicuro che questi sacrifici non saranno mai dimenticati.

Come ho detto spesso: “Chi c’era, c’era!”

Mi sono trovato in situazioni non proprio piacevoli ma ho sempre tentato di assorbire quanto più rumore possibile per fare in modo che le persone potessero lavorare nel modo più sereno possibile.

Ho fatto tutto come andava fatto? No, non ho fatto tutto nel migliore dei modi. Ho sbagliato ed ho sbagliato tanto, veramente tanto. Qualcuno me lo ha detto, qualcuno me lo ha fatto capire. Quello che avrei voluto è che mi fosse stato detto più spesso e più velocemente.

I vagoni dell’otto volante stanno tornando al punto di partenza ma è ora di chiudere il Luna Park. Niente “altro giro, altro regalo”.

Non ci possiamo permettere di avere un altro anno come quello passato. Tutto deve rientrare nella norma e nel disegno di quello che abbiamo desiderato Sketchin fosse. Siamo un oggetto fluido ma non possiamo permettere che sia l’entropia a governare la vita di ogni giorno.

Tutti gli strumenti sono pronti e dobbiamo usare questo momento di pausa per fare in modo di arrivare all’anno nuovo con nuovi stimoli ma con la consapevolezza che dobbiamo viverlo più lentamente e serenamente.

Per fortuna i compagni di viaggio sono i migliori che avrei potuto anche solo sognare di avere. Il viaggio sarà comunque impegnativo ma il paesaggio sarà migliore e la destinazione ancora tanto lontana da permetterci di dire che non finirà tanto presto.

Io spero di continuare ad avere gli stessi compagni di viaggio e mi auguro di farne salire a bordo di nuovi e di condividere con loro lo stesso entusiasmo.

Ci sono tante persone devo ringraziare quest’anno, una in particolare. Non lo farò in questa sede perchè certe cose devono essere fatte guardandosi negli occhi.

Per il momento è ora di abbassare la leva e spegnere le luci del Luna Park. E’ stato bello ma non può continuare così. Guardiamoci indietro e sorridiamo contenti di tutte le cose che, insieme, siamo riusciti a realizzare.

Che ora si festeggi!

Le slide su Facebook

E così il buon Mark come regalo di Natale ha deciso di concedere agli utenti della sua creatura di creare messaggi di stato con lo sfondo colorato. Davvero!

Mai si era stati così vicini a permettere agli utenti di creare delle vere e proprie slide. L’applicazione per iPhone pare permetta anche di cambiare i font. Se hanno inserito nella lista dei font anche il Comic Sans il piano è completo.

Quello che una volta era prerogativa di uomini e donne di marketing, consulenti, sviluppatori e partecipanti ai più svariati evente sul globo terraqueo ora è disponibile anche per la casalinga di Voghera.

Nuove ed affascinanti forme di comunicazione stanno per atterrare sulle nostre bacheche.

Dai, dite la verità! Non vedevate l’ora di pubblicare le vostre slide su Facebook.

 

Cross-selling e up-selling

Come la maggior parte delle persone in questo periodo mi sono ritrovato a fare degli acquisti per i regali di Natale. Personalmente non mi sono affidato ad Amazon perchè per le persone a cui tengo mi piace occuparmi personalmente dell’acquisto dei regali. Mi piace poterli guardare e toccare prima di decidermi a comprarli.

Per uno di questo regali mi sono recato nella bottega di un famoso brand. Avevo le idee ben chiare su quello che stavo cercando dal momento che avevo già fatto le mie brave ricerce su internet prima di andarci.

Non mi piace spendere troppo tempo in un negozio. Generalmente quando ci entrao so benissimo cosa voglio e so benissimo che ci voglio mettere il minor tempo possibile.

Dopo avere dichiarato la mia intenzione di acquisto alla gentilissima persona che si occupava delle vendite e dopo avere recuperato il mio oggetto la signorina ha tentato in prima battuta di vendermi un modello superiore rispetto a quello che io avevo scelto.

Niente di male, credo che sia un approccio che da negoziante devi avere nell’interesse dei tuoi affari. Io ho gentilmente declinato ben cosciente del fatto che il destinatario del regalo non avrebbe apprezzato ciò che lei mi stava proponendo.

Passato questo momento ha tentato di vendermi l’accessorio A. Anche in questo caso ho rifiutato.

Non contenta, ha provato a convincermi ad acquistare l’accessorio B. Come sopra ho rifiutato.

Stessa trama con l’accessorio C. La mia intenzione di acquisto anche del prodotto originale ha cominciato a vacillare.

Alla ennessima proposta di acquisto dell’accessorio D ho detto di avere fretta e ho concluso la transazione.

Up-selling e cross-selling sono doverosi… diciamo che quattro tentativi di cross-selling ti rendono uno stalker e distruggono totalmente la mia esperienza di acquisto.

Ovviamente a quel punto alla domanda “Le interessa rimanere informato sulle nostre offerte registrandosi al nostro programma di loyalty?” la risposta non è potuta essere che negativa.

 

Non si può aggiustare

Durante l’ultimo evento del CoderDojo locale un compagno di avventure del decenne, ed il decenne stesso, ha fatto in modo di rovesciare un bicchiere di succo di frutta sul suo Macbook.

A nulla sono valsi i pronti interventi di rianimazione e dopo qualche ora il computer ha deciso di smettere di accendersi.

Il computer è un MacBook Pro unibody del 2011 che io non usavo più perchè ne uso uno aziendale un pochino più ciccione di quello che avevo per uso personale.

Ho portato il paziente in un Apple Store per una diagnosi. Confesso che non avevo molto speranze di uscirne con un successo ma ho deciso che comunque valeva la pena tentare. Ho affidato il pc ad uno dei tecnici del negozio che dopo qualche minuto è tornato da me scuotendo la testa.

Ha estratto il suo fido iPad e ha cominciato a prepararmi un preventivo di quello che era necessario sostituire per riportarlo a nuova vita. Il processo di compilazione del preventivo sembrava non finire mai e questo aspetto era certamente foriero di brutte notizie.

Al termine del suo lavoro mi dice che riparare il computer sarebbe costato non meno di 1900 euro e che comunque Apple non avrebbe garantito altri malfunzionamenti nel tempo a causa del liquido che aveva contaminato praticamente tutti i componenti.

Mestamente ho abbandonato il negozio cercando di immaginare un degno funerale per il paziente che era inutile sottoporre ad accanimento terapeutico.

Certo che una macchina praticamente non riparabile non mi sembra un gran sforzo di ingegneria. Certamente di design ma non di ingegneria. In tutti questi anni è la prima volta che mi trovo di fronte ad un evento catastrofico come questo ma avrei certamente sperato di meglio.

Provate ad indovinare che cosa riceverà il decenne come regalo di Natale.

La nebbia

Ho un ricordo di quando ero ragazzino di questa nebbia che avvolgeva le cose al calare della sera. Era una nebbia impenetrabile che non ti permetteva di vedere ad un palmo dal naso.

Quel tipo di nebbia che quando presi la patente ti costringeva a guidare con la testa fuori del finiestrino per trovare la linea di mezzeria.

Era una nebbia che ti entrava nelle ossa con la sua umidità. Allora non ci facevo molto caso data l’età. Era poco più di una scocciatura durante lo scorrere dei giorni.

Nel corso degli anni quella nebbia è scomparsa per lasciare il passo a una foschia più sottile e gestibile. Quella foschia che chi non è di Milano chiama comunque nebbia non essendo consapevole di cosa fosse la vera nebbia di Milano.

Camminare in quel mare lattiginoso aveva un suo fascino e confesso che mi piaceva muovermi lì dentro, quasi nuotandoci dentro. Lasciava spazio ai tuoi pensieri non distraendoti da quello che ti circondava.

In questi ultimi giorni qualcosa che si avvicina a quella nebbia è ricomparsa nel paese in cui abito ed è come un tenero viaggio nel passato. La mattina quando esco per salire in macchina indugio nel cammino per gustarmela un pò e tornare indietro di qualche anno.

Fisicamente la sento molto più di una volta e ne pago il prezzo. Un prezzo che tutto sommato sono disposto ad investire per ritornare indietro nel tempo per qualche minuto.

Contraddizioni

In questi ultimi giorni fiorisce su Facebook una polemica riguardo il fatto che il nostro comune ha deciso di non installare luci natalizie in città preferendo spendere quel denaro per sostenere le famiglie disagiate.

Si leggono commenti a favore della decisione e altri che invece sono decisamente contrari e che suggeriscono che si sarebbe dovuto trovare il modo di fare entrambe le cose.

Ovviamente esiste anche un sottoinsieme di commentatori che criticherebbe a prescindere qualsiasi decisione della locale amministrazione.

Credo che chiunque si trovi ad amministrare qualcosa, sia questo un comune, una azienda o una famiglia si trovi davanti ad una situazione sempre molto complessa.

Il punto di partenza è sempre il fatto che ti trovi una disponibilità di risorse che non è infinita e non ti è quindi permesso di potere fare qualsiasi cosa ti passi per la mente. Devi prendere delle decisioni e fare delle scelte. Questo credo che sia la reale definizione di amministratore.

Certo un paese illuminato durante le feste piacerebbe a tutti, così come credo che tutti siamo daccordo sul fatto che le famiglie in stato di necessità debbano essere aiutate.

Credo anche che bisognerebbe capire che cosa significa amministrare del denaro pubblico disponibile in quantità non infinita e comprendere quali sono state i razionali che hanno deciso come impiegarlo. Certo, non tutti sono in grado di leggere un bilancio ma un minimo di informazione la si dovrebbe cercare di recuperare prima di farsi portatore di critiche verso determinate scelte.

Infine le scelte su come impiegare il denaro pubblico sono anche frutto di un orientamento politico, e ci mancherebbe altro. Le elezioni servono proprio a manifestare il proprio orientamente verso un approccio piuttosto che un altro.

Quello che mi lascia un pochino perplesso è che Facebook, in un certo qual modo, sta diventando il terreno di confronto su qualsiasi argomento. Peccato abbia la naturale tendenza ad esasperare il confronto e dissociare le persone dalla capacità di avere un confronto nel mondo reale. Facebook, come tutti gli altri social network, ti permette di svicolare da qualsiasi confronto semplicemente spegnendo il tuo computer. Nella vita reale è un pochino più complesso.

Lezione all’università

Oggi ho avuto l’occasione di intrattenere due classi della Nuova Accademia delle Belle Arti su una lezione con tema Design Management.

Come tutti sanno è un tema che mi è molto caro, così come quello della organizzazione aziendale in senso lato.

Nonostante la giovanissima età dei partecipanti e nonostante il fatto che si suppone che i giovani virgulti vadano a guadagnarsi da vivere facendo design sono rimasto molto sorpreso dalle loro reazioni.

Alla loro età non dovrebbero ancora essere stati esposti ad organizzazioni aziendali modello tritacarne eppure ho notato lo stupore nei loro occhi quando parlavo di come di lavora da queste parti.

E’ stata una esperienza molto formativa, sopratutto per me.