Scratch

turned on gray laptop computer
Photo by Luca Bravo on Unsplash

Beatrice deve fare un compito per la sua classe di informatica e deve usare Scratch per farlo.

Mi ha chiesto di aiutarla a realizzare la sua idea.

Questa richiesta mi riporta indietro a quel momento in cui partecipavo attivamente al CoderDojo MiSo. Lo facevo quando abitavo ancora a Buccinasco e quando non subivamo gli effetti di questa pandemia globale.

In genere mi occupavo dei ragazzi più piccoli, generalmente al loro primo incontro con la programmazione. Iniziavo sempre con qualcosa del tipo: “A quanti di voi piacciono i videogiochi?”. Ovviamente si levava un coro di sì. Subito dopo dicevo: “Non vi piacerebbe riuscire a realizzare un videogioco tutto da soli?”. Ancora dei cenni di assenso.

E da quel punto si partiva con le attività. In genere in un pomeriggio si arrivava sempre ad avere qualcosa di funzionante.

Quello che mi entusiasmava di più era vedere questi ragazzini premere per la prima volta il bottone con la bandiera vedere ed osservare il loro codice funzionare per la prima volta.

Questo pomeriggio lavorerò con Beatrice ed una sua compagna di classe sul loro progetto. Non fornirò loro le soluzioni ai problemi che la loro idea gli impone di risolvere. Gli piegherò i concetti che gli servono per risolverli. Credo che se la debbano cavare da sole.

Sarà un pomeriggio divertente.


Shameless self promotion ahead…

Nel caso non ve ne foste accorti qui in giro c’è anche un podcast con il quale potrete intrattenervi.

Quello di seguito è l’ultimo episodio.

Qui, invece tutti gli episodi pubblicati sino ad ora: Parole Sparse – Il Podcast


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