Nonostante il costante aumento delle inserzioni pubblicitarie tra un video e l’altro continuo ad essere un consumatore di video su YouTube. Finisco sempre per trovarci qualcosa che mi interessa. Qualche pezzo per chitarra che mi piacerebbe imparare a suonare, recensione di software sul quale sto facendo un pensiero di acquisto, nuovi strumenti di sicurezza e via dicendo.
Ora, io non so esattamente in che modo Google mi abbia profilato nel corso della nostra decennale relazione ma sono assolutamente convinto che si sia fatta una idea sbagliata di me.
Ho la sensazione che Google ritenga che io abbia assolutamente bisogno di entrate extra per potere condurre la mia vita.
Deve essere questo il motivo per cui continua a propormi, senza soluzione di continuità, dei video che mi promettono di farmi diventare ricco in men che non si dica. Sino a qualche tempo fa era LinkedIn ad avere questa opinione di me ma ora YouTube lo ha scalzato alla grande.
Ogni tanto mi fermo a guardarli questi video, sopratutto per fare spendere quattrini agli inserzionisti senza che ne possano guadagnare nulla. Non mi sento particolarmente in colpa. Se sei già ricco, mettere qualche migliaio di dollari nelle tasche di Google non dovrebbe crearti particolari problemi.
La cosa che mi stupisce è che la struttura dei video è sempre la stessa. E’ come se tutti facessero capo ad un unico format. Sempre quello.
Se dovessi riassumere le caratteristiche principali di questo video potrei dire che:
- Le location scelte come sfondo sono sempre esotiche e sfavillanti. Certo, se prometti di farmi diventare ricco devi dimostrarmi che lo sei tu per primo. Per questo come sfondo devi scegliere Dubai, le Hawaii o le Seychelles. Non puoi certo farti riprendere nella cameretta della casa nella quale vivi ancora con i tuoi genitori.
- Molto spesso nella narrazione compaiono delle macchine costosissime. Lamborghini, Ferrari, Maserati e chi più ne ha più ne metta. Non puoi certo farti immortalare con la Panda 4×4 che ti lasciato in eredità il nonno.
- Sempre in tema di location esiste la variante acquatica. Il soggetto che tenta di intortarmi è placidamente immerso in una piscina alla stregua di un leone marino. Vale la stessa considerazione di cui sopra.
- L’età media dei soggetti è, quasi sempre, al di sotto della trentina. In effetti questa cosa un pochino mi lascia l’amaro in bocca. Ho sprecato la mia gioventù quando avrei potuto diventare milionario. Diciamo che, sotto certi aspetti, questa cosa è anche vera.
- Al polso dei protagonisti ci sono sempre orologi di rilievo. Rolex, Audermas Piguet, Movado. Roba seria. Qualcuno si spinge verso l’Apple watch, ma solo quando il contenuto di quello che stanno cercando di vendermi ha qualcosa a che fare con la tecnologia.
- Ognuno di questi personaggi dice che il resto dell’offerta nel suo mercato è fuffa. Loro sono gli unici che hanno un sincero interesse a farti diventare ricco e che mai si permetterebbero di metterti le mani nel portafogli senza darti la garazia del successo.
- Lo show off della propria ricchezza spesso continua con la narrazione della sostanza dei loro conti correnti (Guardi di Finanza, ve lo dicono loro…), grandezza degli uffici, numero di collaboratori, quantità di auto possedute, numero di clienti soddisfatti e via dicendo.
- In genere la supponenza di queste persone è oltre la misura tollerabile. Se li avessi davanti a me li prenderei a schiaffi, virtuali ovviamente, dopo quattro secondi netti.
- Lo zoccolo duro della narrazione è sempre lo stesso: Ti rendi conto che stai spendendo la tua vita con un lavoro che non ti piace e che non ti assicura un futuro di indipendenza economica? Se tu comprassi il mio corso/libro/webinar io ti potrei insegnare il modo per diventare ricco senza spendere una goccia di sudore.
- Ecco, lo sforzo minimo necessario per diventare ricco è un altro tema ricorrente. Per diventare ricco non devi farti un mazzo tanto e ereditare i quattrini dalla tua famiglia. E’ sufficiente che tu ti siede davanti ad un computer e che tu prema tre quattro tasti e poi premere il tasto INVIO. Fatto questo ti siedi e aspetti che i quattrini comincino a fluire verso il tuo conto corrente come se stessero seguendo il pifferaio magico.
- Stranamente, e fortunatamente, il genere femminile non viene usato come rappresentazione del successo. Niente mogli o fidanzate trofeo in questo video. Diciamo che, se non altro, non c’è questo sfoggio sessista (Anche se il resto del contesto è decisamente sessista)
- Sessista perché nella presentazione dei loro casi di successo non ho mai visto una donna che fosse una. Sono tutti ragazzetti fotocopia del protagonista principale. E’ chiaro che se non sei figo non puoi diventare ricco. Essere brutti è una condizione che ti preclude qualsiasi successo finanziario, evidentemente.
Qualche volta mi viene la tentazione di registrarli per farne una sorta di bestiario post medievale a mio uso e consumo. Poi vince la pigrizia e mi trattengo.
Shameless self promotion ahead…
Nel caso non ve ne foste accorti qui in giro c’è anche un podcast con il quale potrete intrattenervi.
Quello di seguito è l’ultimo episodio.
Qui, invece tutti gli episodi pubblicati sino ad ora: Parole Sparse – Il Podcast