Oramai è più di un anno che latito quasi totalmente da qualsiasi social network. Di quando in quando posto qualche foto giusto per farmi vivo con qualche immagine del mondo reale che vivo ogni giorno. Fanno ovviamente eccezione i contenuti di questo blog che vengono diffusi urbi et orbi per una pura questione di vanità.
Oramai, ma sempre più raramente, sono quello che tecnicamente si definisce un lurker:
il lurker è un soggetto che partecipa a una comunità virtuale (una mailing list, un newsgroup, un forum, un blog, una chat) leggendo e seguendo le attività e i messaggi, senza però scrivere o inviarne di propri, non rendendo palese la propria presenza, o perché non lo reputa necessario, o perché non lo desidera.
Quando mi capita mi ritrovo in un universo praticamente perfetto.
Scorro le pagine di LinkedIn e siete tutti intelligentissimi, ricoprite tutti posizioni di rilievo e tutti avete un grande successo. Su LinkedIn ci sono poco più di 130 milioni di utenti e, accidenti, non c’è un cretino neanche a pagarlo oro. Mi sento davvero sollevato ad essere circondato da cotanta qualità, la mia per prima.
Mi sposto ogni tanto su Instagram e vedo una pletora di corpi perfetti, persone che hanno un vita sociale invidiabile da qualsiasi persona appartenente al jet set. Visitate tutti posti fighissimi e molto di frequente. Io spesso mi ritrovo in coda in tangenziale anche quando sogno di andare in vacanza. Davvero, non vi capita mai di trovarvi, per errore ovviamente, in un posto di merda? (Perdonate il francesismo, ma ci sta). Non vi capita mai di esservi abbuffati come avviene in un pranzo nuziale ed essere gonfi come una zampogna?
Faccio un salto veloce su Facebook ed un tripudio di stati ispirati, considerazioni taglienti, foto di luoghi incredibili, di esperienze inenarrabili. Io mi sento in dovere di ammetere che spesso cedo alla condizione di vivere una esistenza povera ed assolutamente scevra di qualsiasi emozione che valga la pena di condividere.
Vero è che, specialmente su Facebook, ogni tanto ci lasciamo andare. Facciamo quel commento che dovremmo tenere per noi, mettiamo quel like che non dovremmo mettere od inveiamo contro il nostro nemico di turno. Sì, su Facebook un pochino ci scappa la mano.
Mi riprendo un pochino quando vado su Reddit ed un pochino mi ritrovo nei newsgroup degli anni 80, ammesso che si frequentino i giusti subreddit. Finalmente una boccata d’aria che, purtroppo, dura poco perché entrando nel merito dei commenti si ritorna a quanto si trova su Facebook. Peccato, è durato poco.
E poi c’è la vita reale. Quando ti svegli la mattina e sembri il fratello brutto dello Yeti ma, ovviamente non posti alcuna prova. Fai colazione con il Buondì Motta ed il caffè fatto il pomeriggio prima ma cerchi nelle tue foto di repertorio la migliore colazione che hai avuto negli ultimi mesi condita con un “Buongiornissimo!”. Devi andare al lavoro con la tua macchina scassata e ti fai tre ore di coda in tangenziale ma non dici nulla a nessuno perché non è figo. Trascorri la giornata in ufficio tra noiosissime riunioni ed inutili conversazioni dove il massimo che puoi postare è la foto delle tue scarpe, ammesso che tu ti sia ricordato di metterti quelle fighe mentre vagavi stordito nei meandri della tua scarpiera. Forse ti va di lusso con la pausa pranzo, ammesso che per una volta tu voglia spendere i soldi tuoi e non i 5.32 Euro dei ticket che quei purciari della tua azienda ti danno.
E poi torni a casa, ma ti devi fermare in tintoria perché non hai più uno straccio di camicia pulita. Siamo sinceri, la tintoria non è affatto in. Sia la location che il contesto lasciano molto a desiderare.
Ti rimane l’opzione aperitivo, ammesso che qualcuno ti inviti. E’ figo ma è uno sbatti perché dopo una giornata di gimcane per sopravvivere alla quotidianità non è facile sembrare figo, soddisfatto e di successo.
Torni a casa e crolli sul tuo letto, sfatto perché la mattina rifarlo non è cosa, e cadi in un sonno vuoto e poco ristoratore.
Dai, la vita reale è questa. Siamo sinceri. Qualcuno scrisse:
I momenti veramente importanti nella vita di un uomo si contano sulle dita di una mano.
Io aggiungerei che quelli fighi si contano in numero leggermente superiore, ma non tanto. Tutto il resto è inventato.
Non siamo quello che raccontiamo, ma abbiamo bisogno di conferme da parte degli altri.
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