Il mio smartwatch è diventato stupido

Prendo spunto da un interessantissimo post di Fabio Lalli su Facebook:

Sfortuna vuole che io mi trovi esattamente nelle stesse condizioni di Fabio.

Da qualche giorni i sistemi di Garmin Connect sono inaccessibili ed i siti di informazione affermano che degli hacker stanno tenendo sotto scacco Garmin con una richiesta di riscatto di 10 milioni di dollari. Quale che sia la causa di questa indisponibilità del servizio il risultato è esattamente quello di cui parla Fabio.

Mi ritrovo con uno smartwatch pagato a caro prezzo che si è ora, mi auguro temporaneamente, trasformato in un costosissimo orologio digitale in grado di comunicarmi data e ora. Stesso discorso per la bilancia connessa di cui si parla nel post su Facebook.

Quando scelsi il Garmin Fenix 6s lo scelsi in alternativa al più diffuso Apple Watch. La mia scelta fu guidata dal fatto che ritenevo Garmin più affidabile di Apple per quanto riguarda la qualità dei dati biometrici collezionati dal sistema e, in misura molto minore, per una questione estetica.

Questo oggetto si è rivelato nel tempo un grande acquisto. In realtà sono stato un utente anche del Fenix 5 ma passai al modello 6S, non appena uscito, perché questi era in grado di sopperire ad una grave assenza rispetto all’Apple Watch. L’assenza della possibilità di pagamento contactless. Nel Fenix 6 questa funzionalità è stata introdotta, sebbene con una usabilità decisamente inferiore a quella dell’Apple Watch ma comunque relativamente usabile e sufficiente per i miei scopi.

In questi giorni questo valore è completamente venuto meno.

Io ritengo che quando si progettano prodotti e servizi, specialmente in ambito consumer, la protezione dell’ecosistema e la garanzia della sua disponibilità “per sempre” debba essere una priorità assoluta. Io, come consumatore, faccio le mie ricerche e decido di investire il mio denaro nel tuo ecosistema.

In realtà non sto comprando solo un oggetto più o meno intelligente, sto comprando un ecosistema di prodotti e servizi. Il minimo che mi aspetto è che tu mantenga quell’ecosistema in cui ho investito sempre disponibile. Questo al di là delle potenziali problematiche tecniche che possono essere comprensibili. Questo vale sopratutto nel non discontinuare linee di prodotto che sono parte dell’ecosistema e sulle quali l’utente ha deciso di spendere i suoi quattrini.

Allo stesso tempo mi aspetto che l’ecosistema sia il più funzionale rispetto alle mie esigenze e che sia quindi in grado di consegnarmi una esperienza utente proporzionale all’investimento che ho fatto nel prodotto e nel servizio.

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Photo by Gerardo Ramirez on Unsplash
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