Traffico

cars on road
Photo by Nabeel Syed on Unsplash

Per ragioni legate all’agenda del maschio adolescente che mi ritrovo essere mio figlio mi sono trovato costretto ad addentrarmi in centro a Milano per andare a prenderlo a scuola e menarlo verso la sua destinazione.

Eccesso di scrupolo. Volevo evitare che prendesse mezzi pubblici e si esponesse a potenziali contagi. In sostanza, istinto di conservazione, mio.

Per la prima volta dopo mesi mi sono immerso nel traffico della città e ho ben badato a non farmi mancare la circonvallazione. Diciamo che ne sono uscito indolenzito, moralmente più che altro.

Dopo quasi due anni di frequentazione del traffico lacustre che, fine settimana a parte, è praticamente inesistente rituffarsi nella bolgia della città mi ha molto infastidito.

Forse si tratta di una abitudine che ho perso nel corso di questo periodo di pandemia ma devo dire che mi sono ritrovato ad osservare comportamenti al limite del criminale. Da tempo sostengo che il codice della strada si sia trasformato in un insieme di suggerimenti più che in un corpo di norme da rispettare ma credo che la cosa sia decisamente peggiorate.

Molto più auto in circolazione, la mia compresa, e molti meno comportamenti virtuosi. La dotazione umana di due soli occhi comincia ad essere insufficiente per potere affrontare con una certa serenità il traffico cittadino. Ogni millimetro libero viene occupato dal muso di una vettura nel tentativo di guadagnare qualche decimo di secondo sulla durata del proprio viaggio.

Trovo che tutti siano diventati più aggressivi e meno disponibili al raggiungimento di un equilibrio che sia positivo per tutti.

Dirò di più. Ho la sensazione che la maggior parte dei guidatori sia profondamente incazzata e molto poco incline a soprassedere nei confronti dei comportamenti poco virtuosi degli altri automobilisti. In quasi due ore di macchina ho assistito ad un paio di confronti verbali il cui tono era degno del peggior bar di Caracas. Ho visto una Porsche superare a destra un camion ed evitare una collisione per un soffio per poi ritrovarlo un chilometro più avanti a fare una constatazione amichevole, che di amichevole sembrava avere poco, con un altro autoarticolato. Question di karma, in fondo.

Ho visto pedoni che si sono lanciati sulle strisce con assoluto spregio del pericolo e ho notato biciclette e monopattini combinarne di ogni colore.

Quando ho parcheggiato la macchina ho tirato un sospiro di sollievo e mi sono detto che, per fortuna, tra pochi minuti inizio un board meeting che, nonostante l’attenzione che richiede, è una passeggiata di salute rispetto a quello che ho affrontato in tarda mattina.

Mi turba solo il fatto che questa sera mi sono impegnato ad andare a riprendere l’erede. Questa sera, a Laglio, una bella tisana rilassante ed una passeggiata sul lungolago per riprendere le misure di un luogo che mi rende felice.


Shameless self promotion ahead…

Nel caso non ve ne foste accorti qui in giro c’è anche un podcast con il quale potrete intrattenervi.

Quello di seguito è l’ultimo episodio.

Qui, invece tutti gli episodi pubblicati sino ad ora: Parole Sparse – Il Podcast


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