Scrivevo ieri dei miei safari antropologici al supermercato. E’ solo un esempio di come qualsiasi evento nella nostra vita quotidiana possa essere trasformato in una avventura.
Non è necessario spingersi alle falde del Kilimangiaro per vivere una avventura ai nostri tempi. Anzi, al contrario. Mai come in questi tempi abbiamo la possibilità di vivere esperienze straordinarie in ogni momento della nostra giornata.
Certo, non è facile ma le soddisfazioni sono tante.
La prima cosa che devi fare è cercare di leggere in maniera attiva ciò che ti circonda. Esserne pienamente consapevole. Osservare attivamente il contesto e farti una tua, personale, idea di ciò che ti circonda da un lato, e di quello che ti sta accadendo dall’alto.
Osservare le persone, i luoghi. Ascoltare i dialoghi e le conversazioni tra le persone. Immagazzinare gli elementi che ti permettano di costruire la tua storia, la tua interpretazione del momento.
Questo ci induce a vivere in maniera attiva il momento. Trasformare la quotidianità in eccezionalità continua. Cambiare continuamente e non farsi sopraffare dalle abitudini. E anche se abitudini ci sono, introdurre in queste degli elementi di novità in ogni singola occasione. Nel tragitto tra casa e ufficio introdurre piccole variazioni di percorso. Comprare un altro giornale perché una parola di un titolo di colpisce. Cambiare la marca del caffè che bevi la mattina. Salutare le persone sempre in modo diverso. Fare un complimento inaspettato. Le possibilità sono infinite.
E poi inventarsi delle storie, anche fantastiche.
Per me l’uomo anziano al bar è ora un colonnello dell’esercito a riposo che ha lavorato per i servizi e che ora, defilato, si gode il suo ritiro dalle scene. Ogni volta che lo incontro aggiungo un pezzetto a questa storia e mi sembra di essere dentro un romanzo di avventura.
Queste costruzioni fantastiche mi aiutano ad immaginare le soluzioni ai problemi che nel mio lavoro i clienti ci presentano. Ho un arsenale immaginifico così capiente che potrei smettere di pensare per anni.
Ogni giornata è diversa e densa. E così deve essere.
C’è un commento simile di Camilleri in una intervista. Racconta di una chiacchierata da bambino con Pirandello, amico del padre, che gli spiegò la differenza tra un fatto normale ed una storia sta nel racconto