Mi ritrovo in qualche occasione a riflettere su quanto la tecnologia abbia influenza sulla nostra vita quotidiana. Influenza che cresce esponenzialmente di pari passo con le nuove scoperte ed applicazioni.
Uno dei campi che certamente avvertiamo come maggiormente coinvolto da questa influenza è certamente quello della comunicazione personale tra individui.
Io ricordo ancora l’invio del mio primo SMS. Non riesco nemmeno a scrivere l’anno in cui questo episodio è avvenuto ma ricordo che lo inviai alla fidanzata del tempo. Lo inviai con un qualche timore. Il messaggio arriverà? Lei lo leggerà? Mi risponderà? Ma tutto questo funziona davvero?
Ora viviamo nel periodo della doppia spunta blu. Abbiamo a disposizione centinaia di applicazioni diverse che ci permettono di comunicare, scambiare messaggi, vederci, parlare.
Eppure, nonostante la bellezza di tutto questo, mi ritrovo a pensare al tempo di quel SMS. Dove avevi meno certezze ma avevi più tempo di pensare ad una risposta.
Quando non esistevano i telefoni cellulari l’unica opzione che avevi a disposizione era quella di chiamare il numero fisso della tua fidanzata. Ai tempi delle prime relazioni serie non esistevano ancora i cellulari e tutti e due vivevamo ancora con i rispettivi genitori.
L’unica opzione era quindi di infilare il dito nel rotore del telefono, comporre il numero e sperare che fosse lei a rispondere al telefono. In caso contrario l’unica opzione era: “Buonasera, sono Alessandro. Potrei parlare con Lucrezia, per cortesia?”. E questo con tutto l’imbarazzo del caso.
Ripeto, ogni tanto quel tempo mi manca e per questa ragione sono rimasto moto colpito quando ho letto di Pony Messenger.
Pony Messenger è un client di posta elettronica con una caratteristica particolare. Scarica ed invia i vostri messaggi di posta elettronica solo una volta al giorno.
Se andate in fondo al sito di cui sopra troverete una citazione:
“The rhythm of the day has been broken: the radio, the telephone, the daily newspaper clamor for attention, and amid the host of stimuli to which people are subjected, it becomes more and more difficult to absorb and cope with any one part of the environment, to say nothing of dealing with it as a whole.” – Lewis Mumford – Technics and Civilization
Sono parole che condivido pienamente.
Ora, se è vero, forse, che non possiamo fare a meno di un sistema di posta elettronica real time per il nostro lavoro, perché non usare Pony Messenger per la nostra posta elettronica personale?
Questo ci permetterebbe di non venire interrotti e, sopratutto, ci darebbe il tempo di leggere con attenzione e, ancora di più, di rispondere con consapevolezza.
Una sorta di positiva lentezza che nonostante l’immediatezza della tecnologia possiamo recuperare per mezzo della tecnologia stessa.
In un certo qual modo è una cosa che cerco di fare comunque. Quando suona il telefono non mi sento costretto a rispondere. Il telefono che squilla è un invito alla conversazione, non un obbligo. Se ho voglia di parlare rispondo, se non ne ho voglia non rispondo.
A questo punto mi domando se esistono applicazioni simili nel mondo e mi imbatto in questo articolo de The Atlantic: The Subversive Genius of Extremely Slow Email
Scopro che di cose simili ce ne sono decine e metto tutto nella mia lista di bookmarks. Voglio prendermi il tempo di esplorarle con attenzione e ritornare ad un tempo in cui sono stato molto, molto felice.
Molte di esse possono quasi essere considerate delle installazioni d’arte o, più semplicemente, dei esercizi di stile e di nostalgia. Alla fine non sono così convinto che sia così. Per coloro che hanno raggiunto un certo livello di consapevolezza nell’uso della tecnologia hanno certamente un senso compiuto ed una ragione d’essere. Che poi possano essere un modello di business sostenibile e profittevole è tutto da dimostrare. Dubito che lo sia dato l’atteggiamento assolutamente passivo della maggior parte delle persone nei confronti della tecnologia e delle applicazioni.
Mi ricordo anche che qualche tempo fa scrissi una paginetta di appunti per una applicazione mobile che cercava di integrare alcuni di questi aspetti del passato. Era solo un esercizio di esplorazione di una idea che stavo coltivando e che, come tante, è rimasta quiescente fino a che l’articolo che ho citato me la ha fatta tornare in mente. Dovrei andare a cercare nei miei vecchi diari che cosa avevo scritto a riguardo. Potrebbe essere un curioso progetto personale da portare a termine nel 2022.
Ci pensavo poco fa.
Una amica mi ha mandato delle riflessioni su google chat.
Ebbene, sono così abituato all’inizio e fine delle email che le chat, con il loro essere un flusso perpetuo che è sempre lì continuo, mi disturba.
Quindi non sono riuscito a rispondere e ho completato la risposta via mail. Terribile, proprio vecchio.