In occasione del nuovo anno ho deciso che non è affatto tempo di bilanci, programmi, buoni propositi od altro.
Da tempo mi sono sottratto a qualsiasi condivisione virtuale e ho dedicato la maggior parte delle mie energie ad incontri reali piuttosto che a chiacchiere via tastiera.
Nonostante tutto, ogni tanto, qualche giro ce lo faccio ancora e in questi giorni vedo feste, facce sorridenti, proclami di grandi iniziative per il nuovo anno, grandi amori e un buonismo diffuso che oramai fatico a tollerare.
Dirò solo che il mio 2019 è per la maggior parte un anno da dimenticare. Senza infamia e senza lode e quindi del tutto neutro. Tutto dovrebbe avere un carattere più marcato e non semplicemente qualcosa che scorre giorno dopo giorno.
Personalmente e professionalmente non sono soddisfatto di quello che è accaduto. Occasioni perdute, rabbia, rimorsi, confronti più o meno accesi.
Mi sono proprio stufato di tutto questo.
Adesso salgo in camera, mi infilo le mie scarpe da corsa e mi vado a fare la prima corsa dell’anno. Un’ora sul lungolago di Laglio pensando agli affari miei e alle cose di cui mi prenderò cura da qui in avanti.
E che i coglioni rimangano i coglioni di sempre. Abbiamo capito che non vi è alcuna speranza di redenzione.