Ho speso parte delle mie vacanze in Abruzzo in un belissimo albergo circondato da un grade parco.
Piante altissime, fiori ed un manto erboso fantastico. A mio padre sarebbe piaciuto davvero molto.
Scendo a fare colazione e subito dopo mi fermo nel parco a fumare una sigaretta. Sono seduto su una sedia in mezzo all’erba. Vedo le gocce di acqua sui fili d’erba lasciati dal sistema di irrigazione. C’è l’odore della resina dei pini ed il frinire delle cicale.
C’è un giardiniere anziano che si sta prendendo cura del parco. Con un rastrello raccoglie gli aghi di pino che durante la notte si sono staccati dagli alberi e si sono adagiati sull’erba.
E’ un uomo sulla sessantina con pochi capelli. Veste una divisa verde. Lo guardo con il suo rastrello e mi sembra che stia accarezzando l’erba. Ogni tanto si ferma ed alza lo sguardo. Si guarda intorno e sorride. Mi convinco che quel lavoro gli piaccia.
Finisce di raggruppare gli aghi di piano in un mucchietto. Prende un sacco di plastica e comincia a riempirlo. E’ una operazione che è difficile fare da soli. Gli aghi di pino sono sfuggenti ed il sacchetto continua a richiudersi.
Passa qualche secondo e viene raggiunto da un altro giardiniere, più giovane. Quest’uomo gli si avvicina e gli dice: “Ti aiuto!”. Il giardiniere più anziano sorride e risponde con un “Grazie!”.
Uno tiene il sacchetto e l’altro lo riempie con gli aghi di pino.
Finiscono il lavoro e si allontanano insieme. Passano di fianco ad una siepe ed il giardiniere più giovane allunga una mano e accarezza delicatamente la siepe. Mi convinco che anche a lui piace il suo lavoro.
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